Il governatore leghista dovrebbe ricevere nei prossimi giorni l'avviso di conclusione delle indagini insieme ad altri 40 consiglieri. Ma lui dice: "Non ne ho notizia, ho sempre rispettato la legge"
Roberto Cota rischia di essere rinviato a giudizio per le spese ‘pazze’ in Piemonte. Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, anche il governatore leghista è tra le 40 persone che dovrebbero ricevere nei prossimi giorni l’avviso di conclusione delle indagini per i rimborsi ottenuti dalla Regione e considerati illegittimi dalla procura.
Stamattina Cota ha annullato la riunione di giunta ed è andato a Milano per incontrare il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Riguardo all’eventuale intenzione dei magistrati di chiedere il suo rinvio a giudizio, ha detto di non “avere notizia alcuna” e ha rivendicato la correttezza del suo operato: “Posso solo dire che ho sempre rispettato la legge, nell’interesse della Regione e dei singoli cittadini piemontesi, non ho mai inteso sperperare un solo euro di denaro dei contribuenti. Sono molto sereno e tranquillo su questo fronte”.
L’inchiesta partita nel 2012 aveva inizialmente portato a iscrivere nel registro degli indagati ben 56 consiglieri, con ipotesi di reato a vario titolo di peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Tra le spese contestate dai pm agli indagati ci sono cene al ristorante, viaggi, pernottamenti in hotel, ma anche elettrodomestici e capi di abbigliamento. Oltre che per Cota, la procura di Torino dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio anche per il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo e per diversi esponenti della maggioranza Lega-Pdl. Intanto per Cota rimane ancora aperto il capitolo sulle firme false allegate alla presentazione di alcune liste a lui alleate alle ultime elezioni, che fra qualche mese potrebbe portare all’invalidazione delle consultazioni.