Il maxi concorso bandito dal Comune dio Roma nel 2010 per assegnare 1.995 impieghi pubblici nella Capitale (dal vigile urbano, all’ingegnere, fino agli uffici amministrativi) rischia di essere congelato, in attesa della decisione del sindaco Ignazio Marino e delle indagini della magistratura. Oggi sono scesi in piazza i candidati che hanno superato le prove scritte (alcuni di loro sono già idonei, una cinquantina già assunti). “Il sindaco Marino e la commissione che sta valutando la legittimità di questo concorso mettono in dubbio l’onestà di 20mila persone che hanno partecipato alle prove scritte – dichiara uno dei portavoce della protesta -. Abbiamo investito anni di studio e sacrifici per questa prova: se verrà annullata siamo già pronti a fare ricorsi a livello unitario: siamo compatti, siamo tutti sulla stessa barca”. L’ipotesi sollevata da Marino è che nello svolgimento del concorso siano avvenute irregolarità grossolane che non avrebbero garantito il primo requisito fondamentale per una procedura trasparente: l’anonimato dei candidati. Inoltre, l’azienda che ha fornito consulenza al Comune per lo svolgimento delle prove scritte è la Praxi, la stessa tirata in ballo nello scandalo di Parentopoli durante il mandato di Alemanno. I manifestanti, scesi in piazza agitando buste da lettera bianche, sostengono di non aver assistito a irregolarità palesi: “Le buste di tutti i concorsi che ho fatto sono uguali, non c’era nessuna anomalia – sostiene una ragazza – e anche se fosse, ormai è troppo tardi, questo intervento del sindaco è intempestivo”. “E’ una scelta ultra politica – sostiene un altro manifestante -. Queste buste sono il simbolo di una battaglia strumentale contro l’amministrazione precedente. Marino vuole buttare via 22 procedure con 2000 persone che vi concorrono, mandando a quel paese quattro anni di vita di famiglie e ragazzi che hanno studiato e lottano per un lavoro”  di Tommaso Rodano

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