Il capo dello Stato manda un messaggio in occasione della IX Conferenza internazionale della comunicazione sociale mettendo in guardia dalla "dilagante rappresentazione del corpo femminile come bene di consumo"
“Le donne siano rappresentate con sobrietà e dignità nei media, così come si è impegnata a fare la Rai“. Giorgio Napolitano scende in campo per le donne e, in occasione della IX Conferenza internazionale della comunicazione sociale (con il titolo ‘Il valore della diversità. Verso una nuova cultura di genere‘, promossa dalla Fondazione pubblicità progresso) – mette in relazione la violenza contro le donne e l’immagine che i mass media proiettano sottolineando che “la dilagante rappresentazione del corpo femminile come bene di consumo rafforza fuorvianti atteggiamenti possessivi nei confronti della donna”.
In un messaggio inviato al presidente Alberto Contri, il presidente della Repubblica ha rilevato che l’evento “conferma l’impegno di Pubblicità progresso per migliorare la convivenza civile e il benessere collettivo nel nostro Paese, contribuendo ad affermare sia il valore dell’uguaglianza delle opportunità sia il rispetto delle diversità a tutti i livelli e in tutti gli ambiti della vita quotidiana”.
“L’obiettivo del programma presentato in conferenza riguarda le diversità di genere – ha scritto il capo dello Stato – Valorizzare le donne non ha solo una dimensione etica, ma è anche importante sul piano economico, come dimostra la capacità delle donne di affermarsi e di dare il proprio contributo in tutti i campi, una volta che siano liberate da vincoli giuridici e da pregiudizi sociali“. Sul “perpetuarsi della violenza sulle donne, così frequente proprio sulle compagne di vita”, Napolitano ha espresso “amarezza, indignazione e dolore” sottolineando come “molto positivo” il recente provvedimento del governo sul femminicidio che considera i legami sentimentali come un’aggravante.
Poi la stoccata ai mezzi di informazione: “Si deve rilevare che la dilagante rappresentazione del corpo femminile come bene di consumo rafforza fuorvianti atteggiamenti possessivi nei confronti della donna. È opportuno quindi che le donne siano rappresentate con sobrietà e dignità nei media, così come si è impegnata a fare la Rai. D’altra parte, non possiamo nasconderci che proprio la maggiore eguaglianza conseguita dalle donne sul lavoro e nelle professioni può suscitare pericolosi atteggiamenti di reazione. È giusto quindi operare con accortezza e a tutto campo”.
“Siamo d’accordo col presidente Napolitano: c’è un’immagine distorta della donna. Finalmente una voce autorevole rompe il silenzio assordante nel nostro Paese sugli effetti negativi della tv sulla vita delle persone, delle comunità, dell’intera società italiana”, ha commentato Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart. “Il degrado culturale e sociale di gran parte della programmazione televisiva – aggiunge Borgomeo – controllata dal duopolio Rai-Mediaset e nei fatti ‘legittimato’ da oltre 20 anni da tutti i governi, nessuno escluso, è praticamente rimosso dal dibattito politico, relegato in piccoli spazi sulla stampa quotidiana e del tutto assente in tv, che dedica spazi a tutti gli argomenti possibili meno che a quelli che riguardano la tv. Ci auguriamo che l’appello del Presidente non rimanga inascoltato”.
Intanto a Milano è stato presentato lo spot ‘La violenza non si cancella: fermati‘ realizzato da Svs-Donna aiuta donna (Svsdad) onlus grazie anche ai finanziamenti di Regione Lombardia, Comune di Milano e Adei Wizo (Associazione donne ebree d’Italia). Il filmato di circa 2 minuti punta a contrastare un’emergenza che solo nel capoluogo lombardo, secondo le proiezioni del Soccorso violenza sessuale e domestica (Svsed) della Fondazione Cà Granda Policlinico di Milano, farà registrare 769 richieste di aiuto entro fine anno: 383 per violenza sessuale e 386 per violenza domestica, tra le mura di casa. Un appello rivolto a tutti gli uomini che odiano le donne, che “si propone di spostare lo sguardo sugli autori della violenza e di comunicare che vi sono due numeri contattabili da loro per poter chiedere aiuto, per un cambiamento possibile”, spiega Alessandra Kustermann, direttore del Pronto soccorso ostetrico-ginecologico della Fondazione Policlinico e responsabile del Svsed. Nello spot sono elencati tutti i centri antiviolenza che fanno parte della rete del Comune di Milano, e viene messo a disposizione il numero del Svsed (02-55038585), attivo 24 ore su 24 per un primo aiuto telefonico alle vittime di violenza, e per dare supporto agli operatori sanitari di altri ospedali e alle forze dell’ordine.