Cronaca

Campo da calcio a pagamento in oratorio per chi non frequenta il catechismo

Succede a Busto Arsizio (Varese) dove da ieri i ragazzi che vogliono giocare sul campo sintetico "al di fuori dell'attività oratoriana" dovranno sborsare un euro a testa per calciare il pallone. I giovani del centro giovanile protestano. Il parroco si difende: "Un provvedimento per tutelare i bambini più piccoli da chi occupa la struttura solo per il gioco"

Vuoi giocare a calcetto? Devi essere iscritto al catechismo oppure pagare un euro l’ora. Sta scritto nero su bianco su un cartello affisso all’oratorio di sant’Edoardo, a Busto Arsizio (Varese), dove da ieri i ragazzini che non frequentano la catechesi ma che vogliono comunque giocare sul campo sintetico dovranno sborsare un euro a testa per calciare il pallone. La notizia è stata riportata dal quotidiano locale online Varesenews.it, che racconta dello sbigottimento dei ragazzi abituati a frequentare l’oratorio. Mentre il parroco del rione spiega che si tratta di un provvedimento pensato per tutelare i bambini più piccoli rispetto allo “strapotere” di un gruppo di ragazzi più grandi che occupano le strutture solo per giocare. Poi si difende: “In ogni caso la catechesi non è una condizione obbligatoria per frequentare il nostro oratorio”.

L’avviso che ha destato tanto scandalo recita testualmente: “A partire da lunedì 18 novembre 2013 il campo sintetico è ad esclusiva disposizione dei ragazzi regolarmente iscritti al catechismo”. E poi continua: “Negli orari liberi dal gioco dei ragazzi (e quindi dalle ore 16 alle ore 17) e compatibilmente con le attività oratoriane, può essere noleggiato con il contributo di 1 euro persona/ora”, poi si puntualizza che “in altri orari il campo resterà chiuso”.

Un cartello che lascia spazio a interpretazioni, ma in ogni caso rappresenta una novità sgradita a molti giovani che frequentano il centro. “Stanno facendo ancora più a pezzi una parrocchia che è già decadente”, dicono alcuni di loro. Pare che ai ragazzi la questione sia stata argomentata con ragioni di decoro, per via di “droga e profilattici” rinvenuti nella zona, quindi con la necessità di operare un maggiore controllo sugli accessi all’area. I giovani hanno però ribattuto: “Anche se fosse non è questo il modo giusto di intervenire”. C’è chi pensa invece che dietro a questa scelta ci sia una motivazione economica e attribuisce la scelta alla necessità di fare cassa per contribuire a rimpinguare le magre casse dell’oratorio che recentemente si è dotato di una nuova cucina.

Nella parrocchia bustocca operano quattro sacerdoti. Dopo una mattinata di tentativi andati a vuoto, il parroco don Emilio Sorte ha risposto a ilfattoquotidiano.it, cercando di spiegare quello che a prima vista è sembrato un grottesco scivolone: “È stata una scelta che è maturata tra il coadiutore e il gruppo del consiglio d’oratorio”, dice il sacerdote: “Il problema è che a fronte di oltre cento tra bambini e ragazzi delle elementari e delle medie ci sono poi 7 o 8 ragazzotti più grandi, che sono disinteressati o refrattari ad un percorso qualificato, che utilizzano le strutture solo per giocare”.

Giovanotti del quartiere che frequentano il bar dell’oratorio e che approfittano del campetto sintetico, il più ambito anche dagli altri frequentatori del centro giovanile: “Spesso il campo sintetico, che è solo uno dei campi che ci sono nel nostro oratorio, era occupato da questi ragazzi grandi – continua don Emilio – e i più piccoli dovevano ripiegare su altre soluzioni”. Da qui la scelta di limitare i giovanotti più grandi: “Anzitutto diamo priorità ai piccoli perché possano anche loro usufruire degli spazi. È stata fatta la scelta di fissare una regola con dei limiti chiari, forse andava fatta comprendere meglio ed ha un limite nel linguaggio”. Don Emilio assicura che nessun bambino in età da catechismo viene allontanato: “Di fatto tutti i bambini che vengono in oratorio possono giocare, anche se non frequentano la catechesi”.

aggiornato alle 13.30 del 19 novembre 2013