Grossi guai in arrivo per Roberto Cota. La settimana scorsa la cassazione ha condannato Michele Giovine, consigliere regionale piemontese dimissionario, per le firme falsificate dei candidati nella lista da lui capeggiata alle regionali del 2010. I voti raccolti da Giovine sono poche migliaia, ma sufficienti a far vincere la coalizione guidata da Cota. Ora il Tar, probabilmente già a inizio gennaio, deciderà se annullare o meno le elezioni. Mercedes Bresso, ex-governatrice e sfidante di Cota alle ultime regionali, è soddisfatta, ma realista: “Alla situazione attuale Cota dovrebbe dimettersi, ma ha già detto che non lo farà”. Secondo i tempi calcolati dal Pd la prossima finestra elettorale dovrebbe essere a fine maggio, in un election day che accorperebbe comunali, regionali ed europee. Secca la risposta del leghista: “Anche nelle liste che appoggiavano la Bresso ci sono state delle irregolarità nelle firme”. L’ex-governatrice ribatte: “Appena ne sono stata messa al corrente ho invitato l’interessato a patteggiare, perché noi non lo avremmo difeso. Il contrario di quel che ha fatto Cota”. Mentre la polemica va avanti da anni, la Procura di Torino continua le indagini su “Rimborsopoli”, nella quale sono coinvolti 56 consiglieri regionali. Entro Natale una quindicina di posizioni dovrebbero essere stralciate, ma non è escluso che arrivino altri avvisi di garanzia di Cosimo Caridi
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