Ci sono i ragazzi delle scuole superiori, gli studenti delle associazioni universitarie, le Agende Rosse e anche tante famiglie. Sono più di duemila le persone che si sono date appuntamento davanti il Teatro Massimo, a Palermo, per manifestare la propria solidarietà al pm Antonino Di Matteo. Il sostituto procuratore palermitano, che indaga sulla Trattativa Stato – mafia, è stato di recente vittima di alcune pesanti minacce di morte provenienti addirittura da Salvatore Riina in persona. “Di Matteo deve morire” avrebbe urlato il boss corleonese, dalla sua cella nel carcere milanese di Opera, dov’è rinchiuso in regime di 41 bis. “Fuori la mafia dallo Stato” hanno risposto i palermitani, riuniti in un corteo colorato che ha raggiunto Palazzo delle Aquile, sede del consiglio comunale. Tante le associazioni che hanno partecipato alla manifestazione: dalle già citate Agende Rosse a Muovi Palermo, Azione civile di Antonio Ingroia, Cittadinanza per la magistratura, Contrariamente, Antimafia Duemila, Addio Pizzo, Associazione Attilio Manca, Comitato 23 maggio, Coordinamento Palermo ciclabile, Ruota Libera, Resistenza antimafia, Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Centro studi Paolo Giaccone, Ossermafia ad attenderli c’era il sindaco Leoluca Orlando. “Abbiamo approvato un documento – ha annunciato il primo cittadino palermitano – proposto da Salvatore Borsellino, per chiedere al Csm di ritirare i provvedimenti disciplinari nei confronti di Nino Di Matteo e per sollecitare la commissione antimafia ad occuparsi della delicata questione della Trattativa tra pezzi delle Istituzioni e Cosa Nostra. Sempre che una commissione antimafia esista”. All’inizio della manifestazione aveva fatto la sua comparsa anche il governatore siciliano Rosario Crocetta, vittima di una pesante contestazione da parte di un’attivista No Muos di Silvia Bellotti e Giuseppe Pipitone
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