A Bologna Movimento 5 stelle in ordine sparso. Dopo lo scambio di accuse tra eletti per la chiusura di un forum di discussione dedicato agli attivisti, il gruppo è più spaccato che mai. Tanto da essere costretto a riunirsi in due momenti separati. Per la prima volta, infatti, la tradizionale assemblea semestrale, convocata periodicamente dai consiglieri di quartiere del movimento per confrontarsi con elettori e sostenitori, è stata sdoppiata in due incontri fotocopia. Il primo, mercoledì 20 novembre, fa capo al meetup ufficiale di Bologna, quello rappresentato, tra gli altri, anche dai consiglieri comunali, Marco Piazza e Massimo Bugani. Il secondo invece è fissato in agenda il giorno successivo, giovedì 21, ed è organizzato dall’Assemblea degli attivisti del movimento. Pietra della discordia è soprattutto la cosiddetta “revoca del mandato”, una pratica promessa in campagna elettorale e inaugurata dai consiglieri a 5 stelle dell’Emilia Romagna, Andrea Defranceschi e l’espulso Giovanni Favia. In altre parole, ogni sei mesi gli eletti espongono il lavoro portato avanti nelle istituzioni e consegnano delle “dimissioni in bianco” ai militanti, i quali sono liberi di respingerle o meno.
A Bologna, però, non tutti sono disposti a farlo. Risultato: due appuntamenti separati, di cui uno, quello di giovedì, riservato a chi accetta di rimettere il mandato. Uno scollamento che si lascia dietro una scia di critiche e veleni.“L’Assemblea del Movimento 5 stelle, come promesso in campagna elettorale, promuove semestralmente un incontro tra eletti e cittadini dove i consiglieri, oltre a relazionare sulla loro attività istituzionale, rimetteranno il mandato nel caso in cui vi siano delle mozioni di sfiducia motivate e documentate” scrive in un comunicato l’attivista Andrea Cabassi, organizzatore e moderatore del meetup 14.
“Non hanno risposto all’invito i consiglieri comunali, Piazza e Bugani, e neanche i consiglieri dei quartieri Reno, Borgo Panigale, Porto e San Donato”. Cabassi punta il dito sui consiglieri comunali, colpevoli, a suo parere, di aver prima votato e legittimato l’Assemblea degli attivisti, per poi disconoscerla alcuni mesi dopo. “La stessa Assemblea che, due anni fa, ha votato internamente e sostenuto in tutta la campagna elettorale i due soggetti poi divenuti consiglieri comunali” si legge ancora nella nota. “La remissione del mandato implica di fatto un controllo della base e di conseguenza di tutti i sostenitori sugli eletti, principio cardine sul quale è cresciuto il Movimento in tutta Italia. Purtroppo prendiamo atto che, una volta adagiatisi sulle poltrone di Palazzo d’Accursio, i nostri rappresentanti abbiano preferito venir meno alla promessa, sottraendosi di fatto a questo controllo della base, disertando quindi la semestrale storica e stravolgendo a loro piacimento l’organizzazione interna, creando un altro meetup, chiudendo il forum privato dell’Assemblea di Bologna e non partecipando agli incontri organizzati dall’unico soggetto eletto a maggioranza tra gli attivisti del Movimento 5 stelle di Bologna”.
Attacchi mal digeriti dai consiglieri comunali, che respingono le accuse al mittente, parlando dell’alta partecipazione alla loro iniziativa . “Mercoledì 20 novembre c’è stata un’assemblea pubblica, in cui i consiglieri di quartiere, insieme a Bugani e Piazza, hanno relazionato in merito al loro lavoro nei quartieri” si legge in una nota firmata Movimento 5 stelle di Bologna. “Erano presenti tutti i consiglieri di quartiere, con la sola esclusione di Michele Onofri, che ha preferito non partecipare”. Una stoccata è riservata poi a Cabassi: “Non è autorizzato da nessuno a parlare a nome del Movimento di Bologna e non rappresenta in alcun modo gli attivisti del Movimento 5 stelle. Cabassi rappresenta se stesso e al massimo alcuni suoi amici. Non la base”.