Forlì continua a sperare nella sopravvivenza del proprio aeroporto, chiuso da maggio 2013 ai voli commerciali dopo il fallimento della partecipata Seaf (costata alla collettività 40 milioni di euro solo dal 2004 al 2010). Dopo mesi di annunci a vuoto, martedì 19 novembre a Roma il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha chiamato al proprio tavolo il governatore Vasco Errani e il sindaco di Forlì Roberto Balzani per dire che si farà un nuovo bando di privatizzazione cercando così di riassegnare la gestione del “Ridolfi”. Infatti, dopo quelle su cinesi, arabi e russi, ultimamente si stanno intensificando le indiscrezioni secondo cui due fondi di investimento internazionali (uno Usa e uno brasiliano) sarebbero interessati ad investire nello scalo. Il nuovo bando di Enac (proprietario del demanio dell’aeroporto) servirà proprio a verificare le reali intenzioni dei potenziali investitori stranieri, che negli ultimi mesi si sono limitate a qualche sopralluogo nel sedime forlivese.
La procedura ad evidenza pubblica dovrebbe uscire tra qualche settimana (la Regione è meno ottimista del Comune) e restare aperta un paio di mesi: le condizioni di ingresso saranno più agevoli di quelle che hanno contraddistinto i precedenti bandi, finiti tutti deserti, tanto che tra gli addetti ai lavori si parla già di aeroporto ‘regalato’.
Nella nota diffusa dal ministero si legge che “il ministro, a fronte della manifestazione di interessi per la gestione dell’aeroporto da parte di soggetti privati, si è impegnato a verificarla eventualmente tramite procedura di evidenza pubblica”, ma anche che “la sostenibilità delle proposte private verrà valutata nel contesto del piano aeroporti nazionale e nell’integrazione dello scalo di Forlì del sistema aeroportuale regionale”. Qui si annidano le incognite: se il nuovo piano nazionale di settore declasserà tra gli altri lo stesso “Ridolfi” e il “Verdi” di Parma ad aeroporti regionali, quelli che non ricevono contributi da Roma, anche il nuovo bando potrebbe servire a poco. La speranza è che la nuova gara esca prima del piano di Lupi, atteso però a fine novembre 2013 o al massimo entro i primi di dicembre.
In realtà, la classificazione “nazionale” consente di ottenere contributi statali su alcuni servizi, ma ciò che conta di più per un potenziale acquirente è la concessione totale. È quello che crede anche Balzani, che al tavolo del ministro si è dovuto imporre con i ‘suoi’ per portare a casa un bando che Errani (e il suo assessore ai Trasporti Alfredo Peri, presente a sua volta a Roma) ha accolto con meno entusiasmo in questa fase di incertezza, appunto, per il settore nazionale e quindi regionale. Il sindaco, più che mai convinto che Errani abbia sempre preferito puntare più sul “Fellini” che sul “Ridolfi”, bada però al sodo e dice che l’iniziativa del ministero “conferma l’appetibilità dell’aeroporto “Luigi Ridolfi” e ripropone la via della privatizzazione come soluzione concreta attraverso un bando di gara che Enac si propone di varare nel volgere di poche settimane”.
Lo sperano i sindacati e le decine di lavoratori ex Seaf, da mesi in attesa della cassa integrazione e di poter essere reintegrate in altre partecipate locali o regionali. Mentre qualche addetto è stato annunciato a breve in forza allo stesso “Marconi” di Bologna, non si sedano i sospetti che, ancora una volta, i “cugini” di Forlì a Rimini e nello stesso capoluogo regionale stiano tramando per minare anche l’ultima speranza per i forlivesi. Questo nel nome della concorrenza agguerrita che contraddistingue da anni le strategie dei tre scali e consentita dalla mancanza, tuttora, di un piano degli aeroporti regionali degno di questo nome. “Si riaccende una speranza, ora nessuno si metta di traverso”, avvisa il deputato del Pd forlivese, Marco Di Maio, che sul “Ridolfi” osserva: “La situazione finanziaria, al prezzo di enormi sacrifici, è stata sanata; l’infrastruttura è sicuramente adeguata allo scopo, essendo stata ammodernata in tempi recenti con investimenti ingenti; attorno all’aeroporto c’è un polo tecnologico-formativo di assoluto e riconosciuto valore; ora che si riapre il processo di privatizzazione, c’è una nuova opportunità per mettere a valore tutto questo. Con l’auspicio che questa volta davvero tutti remeranno dalla stessa parte”.
A proposito di Rimini, domani sarà un’altra giornata di passione per il “Fellini”: in tribunale si terrà una nuova udienza fallimentare per decidere sul concordato di continuità chiesto dalla società di gestione Aeradria, il cui dissesto (42 milioni di euro di debiti l’ultima stima secondo il commissario giudiziale) ha indotto la procura della Repubblica a chiederne il fallimento e inoltrare una segnalazione alla Corte dei conti. A Forlì procedono invece due inchieste della procura sul “Ridolfi”: la prima riguarda appunto il dissesto del periodo 2008-2010, la seconda alcune presunte irregolarità (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico le ipotesi di reato) nei servizi di terra, fondamentali per ottenere e mantenere la concessione Enac.