La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta sui rimborsi dei consiglieri regionali piemontesi che, quando fu aperta un anno fa, vedeva 56 indagati; di quelli ne sono rimasti 43, per gli altri 13 consiglieri, che erano stati iscritti nel registro degli indagati, dopo gli accertamenti si profila l’archiviazione.
A ricevere la notifica della chiusura indagine il presidente dell’assemblea di Palazzo Lascaris, Valerio Cattaneo (Pdl) e l’ex presidente della Regione Mercedes Bresso (Pd). Anche il governatore del Piemonte Roberto Cota, secondo l’agenzia Ap, è indagato come era già emerso da indiscrezioni di stampa.
Tra coloro che hanno già ricevuto l’avviso di chiusura indagini per peculato ci sono anche Luca Pedrale, capogruppo del Pdl. La maggioranza che sostiene Cota ha commentato con una nota unitaria: “A chi parla di dimissioni o tenta goffamente di strumentalizzare una situazione che andrebbe invece risolta con una presa di responsabilità collettiva ricordiamo come solo in questa legislatura, grazie a questa maggioranza e alla presidenza Cota, siano stati praticamente azzerati i costi della politica in Regione. Non vediamo sinceramente quale senso possa avere ipotizzare oggi delle dimissioni”.
L’inchiesta partita nel 2012 aveva inizialmente portato a iscrivere nel registro degli indagati ben 56 consiglieri, con ipotesi di reato a vario titolo di peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Tra le spese contestate dai pm agli indagati ci sono cene al ristorante, viaggi, pernottamenti in hotel, ma anche elettrodomestici e capi di abbigliamento.
Restano completamente fuori dalle indagine i consiglieri dei gruppi Pd (ad eccezione della Bresso), M5S e Fds. In particolare hanno ricevuto il 415bis: tutti gli undici consiglieri della Lega Nord, oltre a Cota, diciannove del Popolo della Libertà, tre dell’Idv, due Udc, e uno a testa per i gruppi di Moderati, Sel, Insieme per Bresso, Uniti per Bresso, Verdi Verdi, Pensionati per Cota e Gruppo misto.
Le accuse sono a vario titolo di peculato, oltre ad alcuni casi di truffa. Alla sola Mercedes Bresso (gruppo Uniti per Bresso), viene contestato unicamente il finanziamento illecito ai partiti.