I malati di Sla e di altre malattie altamente invalidanti tornano in piazza per chiedere più fondi per l’assistenza domiciliare. Protestano sotto il ministero dell’Economia in via XX settembre a Roma con un nuovo presidio – il decimo in un anno – organizzato dal Comitato 16 novembre onlus, al quale prendono parte circa 150 persone, tra le quali alcuni malati gravi. Il segretario dell’associazione, Salvatore Usala, ha deciso di staccare il respiratore e ha annunciato che altri 10 persone faranno la stessa cosa se non saranno ricevuti dal governo. “A partire da questo momento – ha spiegato la vice presidente, Mariangela Lamanna– Salvatore ha poco meno di quattro ore di autonomia respiratoria”. Alla fine l’appuntamento è stato fissato dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.
“Non si ritengono colpevoli della morte del dottor Pennacchio (malato di Sla deceduto dopo due giorni di presidio davanti al ministero dell’Economia, ndr), allora perché siamo qui da tre ore e non ci hanno ancora ricevuti? -aveva chiesto Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato. Adesso basta, abbiamo politici che trovano i soldi per tutto, non per i disabili gravissimi. Vengono spesi 18 miliardi per le Rsa, ne basterebbero un quarto per farli stare a casa: non andremo a casa fino a quando non otterremo quello che vogliamo”.
Presente anche Michela, la moglie di Raffaele Pennacchio. “Sono qui per prendere il testimone di mio mio marito – spiega Michela – ci ho pensato a lungo prima di decidere di venire, perché questi luoghi e queste situazioni mi ricordano inevitabilmente lui, ma poi ho pensato che fosse la cosa giusta da fare”. “Si parla di una spending review da 32 miliardi. Quanti disabili gravissimi saranno condannati a morte certa?”, domanda Lamanna, che fa sapere che il comitato ha inviato al governo alcune proposte di emendamento alla legge di Stabilità: tra queste la messa a disposizione di 600 milioni di euro per il 2014, di 700 per il 2015 per il fondo per la non autosufficienza (il 50% del quale “vincolato” per i malati gravissimi), l’istituzione di un contributo ai caregiver e la possibilità di scelta per i disabili tra la permanenza in una Rsa e le cure domiciliari.