L’alluvione di lunedì scorso in Sardegna ha causato una tragedia enorme. Mai vista una cosa del genere. Sedici morti e ancora un disperso. Famiglie intere e piccoli innocenti morti a causa di un’alluvione. Paesi devastati e infrastrutture crollate come castelli di sabbia. Un disastro spaventoso. Case e attività commerciali distrutte per sempre. Vedere direttamente certe cose ti sconvolge nel profondo del cuore. La forza dell’acqua in poche ore ha colto di sorpresa tante famiglie e intere città. Questi giorni è il tempo del dolore e della misericordia. Tante persone e tanti volontari si stanno adoperando, con spirito di fratellanza, per cercare di aiutare i tanti sfollati. Ma come ha detto il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, Dott. Rossi, dopo dovrà essere il tempo della giustizia. E sì, quello che è accaduto lunedì scorso, non può essere attribuito solo all’alluvione.
A Olbia, ad esempio, in questi ultimi dieci anni è stato costruito senza regole e senza rispettare minimamente l’ambiente. Si è costruito nei letti dei fiumi e si sono ostruiti tutti i vari canali di scolo delle acque. Abusi edilizi di ogni genere. Ad Olbia dal 1997 al 2007, sindaco del Pdl Settimo Nizzi, sono stati costruiti dal nulla 23 quartieri e fatti ben 17 piani di risanamento.
E come se non bastasse con tragica fatalità il Presidente della Regione Ugo Cappellacci proprio il giorno della tragedia presentava il nuovo piano paesaggistico. E con l’assurdità del partito del cemento il nuovo piano voluto da Cappellacci dà la possibilità, modificando le precedenti normative, di poter costruire più vicino ai fiumi e ai suo canali. Una cosa vergognosa. Denunciata varie volte dall’ex Presidente della Regione Renato Soru, il quale proprio per difendere il suo piano e le norme che mettevano finalmente dei vincoli alla speculazione selvaggia edilizia si dimise poco prima del finire del suo mandato. Queste tragedie non devono accadere.
E le responsabilità devono e possono essere accertate. Non è possibile fare finta di nulla e pensare che tutto accada solo per colpa della natura. Le colpe invece si deve avare l’onestà intellettuale di cercarle li dove sono. Ed è innegabile che chi in questi anni abbia sempre parlato di prevenzione e di ambiente sia sempre stato inviso e criticato. E la critica più assurda era ed è sempre la stessa: vuole fermare l’edilizia e fermare lo sviluppo. L’ingordigia degli speculatori e la compiacenza anche delle istituzioni e di enti che dovrebbero controllare creano poi dei disastri che siamo costretti a piangere. E mentre le cose possono essere recuperate, le vite umane sono perse per sempre. Ed allora basta fare finta di nulla.
Basta credere che la salvaguardia dell’ambiente e il rispetto delle regole edilizie siano cose poco utili e poco remunerative. Anche i cittadini devono finirla di pensare che chi parla di certi argomenti sia contro lo sviluppo e contro il turismo. Occorre più rispetto della natura e più soldi per investire sulla bonifica dei territori. In queste ore il popolo sardo sta dimostrando una grande forza e una grande unione e solidarietà. Tanti imprenditori, tante famiglie e tante persone stanno dando aiuto e assistenza ai tanti sfortunati. I danni sono enormi e ingenti. Molti hanno perso tutto. E bisogna stare loro vicino soprattutto quando le luci dei mass media saranno spente. Il popolo sardo è forte e orgoglioso.
E anche questa volta si rialzerà con la proverbiale dignità. Ma basta speculazione edilizia e basta fare finta di nulla. La magistratura faccia il suo dovere sino infondo e accerti veramente le eventuali responsabilità politiche. Forza Sardegna.