I morti di Arzachena e la politica crudele
C’è la politica stupida, la non politica, la politica ladra. E poi c’è la politica crudele, quella che fa dire a una giovane privilegiata come Lara Comi (europarlamentare del Pdl) che le vittime del nubifragio ad Arzachena – padre, madre e due figli – si sono condannate da sole perché “non si vive in uno scantinato, è l’ABC”, in quanto come tutti sanno “uno scantinato non è a norma”. Lo dice ad Agorà, in diretta televisiva. Con la convinzione di aver trovato un argomento forte per difendere le amministrazioni locali, la Regione e la Protezione Civile dalle accuse delle ultime ore.
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La noncuranza per chi non ha potere è il vero fondamento della politica crudele. Se i morti di Arzachena fossero stati vip del Billionaire, se le vittime in mare fossero stati croceristi di prima classe, se il giornalista “placcato” fosse stato del “Corriere” o della Rai, quelle frasi non sarebbero mai state pronunciate. Perché la politica crudele, alla fine, altro non è che l’occasionale e pubblico manifestarsi di un cambio di sensibilità ben più profondo, di un fenomeno carsico che attraversa le culture politiche e che qualcuno semplificando ha definito la nuova lotta di classe dei ricchi contro i poveri. Esiste, e comincia a esibirsi apertamente senza i freni inibitori della vergogna che, un tempo, l’avrebbero tenuta a bada.