L'imprenditore Giuseppe Lo Presti sentito oggi in aula specifica i rapporti tra l'ex consigliere regionale Gianluca Guarischi e l'ex governatore lombardo
“Il grande capo ha sentito lo juventino”. Parla l’imprenditore Giuseppe Lo Presti, catanese, lombardo d’adozione, titolare della Hermex, società che, in esclusiva, commercializza il macchinario oncologico Vero. Nel marzo 2013 Lo Presti viene arrestato assieme ad altre persone. Tra loro l’ex consigliere regionale di Forza Italia Gianluca Guarischi. Accusa: corruzione. Contesto: la sanità lombarda. Oggi, davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, Lo Presti, che ha patteggiato con rito abbreviato una pena di due anni, è stato interrogato dal pm Claudio Gittardi nell’ambito del processo ordinario che vede imputati lo stesso Guarischi e il direttore generela dell’Azienda sanitaria Aovv Luigi Gianola.
Torniamo, allora, alla telefonata. E’ il dicembre 2012 e da qualche tempo Lo Presti ha intavolato trattative con i dirigenti dell‘Istituto dei Tumori per vendere il suo macchinario. Gli ingranaggi della trattativa, però, vanno a rilento. Interviene Guarischi che promette un suo ruolo di facilitatore in Regione Lombardia. Questo il racconto di Lo Presti che poi spiega il senso di quella telefonata con un primario della struttura ospedaliera milanese. Linguaggio in codice che tradotto recita: “Roberto Formigoni ha sentito Carlo Lucchina (ex direttore generale della sanità lombarda, noto per la sua fede bianconera, ndr)”. Informazione riservata recuperata da Guarischi, il quale per oliare gli ingranaggi della pubblica amministrazione mette sul tavolo una richiesta di 450mila euro. Alla fine Lo Presti gli verserà solo 20mila euro di anticipo, perché da lì a poco per lui scatteranno le manette. In sostanza, dunque, l’affare con l’Istituto dei Tumori non andrà mai in porto. Il racconto, però, ha, nella ricostruzione dell’accusa, una grande importanza perché aiuta a comprendere meglio la triangolazione tra Lo Presti, Guarischi e la Regione Lombardia.
“Il rapporto con Guarischi – dice Lo Presti – inizia quindici anni fa”. I due si conoscono grazie al figlio dell’imprenditore che all’epoca lavorava nella segretaria provicniale del Guarischi politico. Per qualche tempo, poi, i rapporti sembrano raffreddarsi. “Nel 2009 poi ci siamo rivisti”. In quel periodo Guarischi non è più un politico. “Mi disse che aveva conoscenze importanti in Regione per avere finanziamenti pubblici”. Dopodiché Lo Presti precisa: “Io ero l’anello debole. Per me era difficile ottenere finanziamenti pubblici e i soldi dati a Guarischi facilitavano questi accessi”. E sui nomi? “Guarischi non mi fece mai i nomi, certo conosceva molte persone e mi diceva della sua amicizia con Roberto Formigoni”. Sul ruolo dell’ex presidente di Regione, oggi senatore Pdl, e attualmente indagato per corruzione turbativa d’asta in uno stralcio nato da questa indagine, Lo Presti aggiunge parole anche in un memoriale depositato e controfirmato nell’aprile 2013 lo stesso giorno del suo interrogatorio. Sul piatto, i soldi. Denaro che, specifica Lo Presti, veniva dato a Guarischi quasi tutto in contante. “Quei soldi – dice l’imprenditore siciliano– Guarischi mi diceva che erano indirizzati a dirigenti di Regione Lombardia. Sempre Guarischi mi disse che i soldi non erano per lui, più volte mi disse che era amico di Formigoni, facendomi intendere che parte del denaro era per lui”.
Il particolare, secondo l’accusa, sembra incastrarsi con la ricostruzione fatta dalla Dia che accerta corrispondenza temporale tra quando Guarischi intasca il denaro dei Lo Presti e quando vola all’ultimo piano del palazzo della Regione. A fare cosa, resta, per ora, un mistero. Certo, racconta Lo Presti, Guarischi era sempre molto pressante nella richiesta di denaro. E che lo stesso ex consigliere regionale trascorresse molto del suo tempo libero con Formigoni, per Lo Presti è un dato scontato. Lo Presti, però, nulla sa, nello specifico, delle vacanze dorate del Celeste. Particolari, invece, svelati la scorsa udienza dall’ex autista di Guarischi.
Torniamo, allora, al caso dell’Istituto dei Tumori. Lo Presti s’interfaccia con la dirigenza. Poi la brutta sorpresa: la Regione sblocca 21 milioni di euro per l’Istituto. Denaro che però non copre le spese (sette milioni di euro con sconto del 10%) per il Vero. E’ in quel momento che interviene Guarischi. Da lì la telefonata sul grande capo e sullo juventino. Parole in codice come quelle che Lo Presti utilizza al telefono con Guarischi quando, chiedendogli se in famiglia stanno tutti bene, intende capire se che ci ha ricevuto il denaro è rimasto soddisfatto.