Luigi De Gregori aveva chiesto di incontrare un avvocato per "chiarimenti" su una pratica riguardante il figlio. All'appuntamento ha chiesto 6mila euro per sistemare la questione in suo favore, ma il legale ha registrato la conversazione e si è rivolto alla polizia
Arrestato in flagrante, mentre intascava una tangente da 6mila euro. A finire in manette è stato Luigi De Gregori, un giudice della Commissione provinciale tributaria di Roma. Secondo la ricostruzione della questura, dopo ripetuti contatti telefonici con un avvocato, il giudice ha chiesto il denaro in cambio della garanzia di “risolvere in maniera positiva” un ricorso per evasione fiscale che riguardava il figlio del legale.
L’uomo arrestato è un giudice non togato, pensionato romano di 66 anni ex-dipendente dell’Enel. In seguito a un accertamento svolto dall’Agenzia delle Entrate, il figlio dell’avvocato avrebbe dovuto pagare 50mila euro e il padre aveva presentato ricorso. La vicenda si è articolata in una serie di contatti telefonici tra la vittima, il legale e il giudice: quest’ultimo chiedeva insistentemente un incontro nella sua abitazione in zona Tuscolano per chiarimenti sulla pratica prima della data dell’udienza. L’avvocato si è insospettito e, munito di registratore, si è presentato all’incontro con De Gregorio. Quest’ultimo non aveva alcuna intenzione di parlare della questione, ma ha invece esposto immediatamente la sua richiesta: 6mila euro in cambio di un esito positivo. A questo punto il legale si è rivolto alla polizia. Sono stati gli investigatori del commissariato Salario Parioli a intervenire appena dopo la consegna del denaro. “Non si preoccupi, le garantisco che così risolverà positivamente il ricorso”, avrebbe detto il giudice chiedendo la tangente, per garantire così nessuna multa o pagamento della cartella esattoriale. Non è escluso che possano essere effettuati nei prossimi giorni ulteriori accertamenti per capire se ci sono stati altri episodi di corruzione.