“Mi sembrava che Renzi stesse inanellando una quantità industriale di supercazzole“. Così Andrea Scanzi commenta la lunga intervista rilasciata da Matteo Renzi a Gianluigi Paragone nella trasmissione “La Gabbia”, su La7. Lo scrittore e giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, ospite anch’egli del talk show di approfondimento, racconta di aver scritto un tweet contenente lo stesso commento durante l’intervento del sindaco di Firenze. Che, nonostante fosse impegnato nella diretta, ha replicato: “come fosse Antani”. Scanzi analizza la figura di Renzi con una divertente metafora: “Lui mi ricorda una canzone degli anni ’80, “Terra promessa” di Eros Ramazzotti. Il brano recita a un certo punto: “Una terra promessa, un mondo diverso, dove crescere i nostri pensieri”. Tu l’ascolti e dici: “Carina questa canzone”. Poi ci pensi un attimo e dici: “Ma di che cavolo sta parlando?”. Ecco, in quella canzone c’è il programma politico di Matteo Renzi“. Scanzi fa poi una disamina del voto di fiducia al ministro Cancellieri: “E’ un fatto di una gravità inaudita. E ovviamente a deludere, a suo modo straordinariamente, è sempre il Pd. Mi aspettavo qualcosa da questo partito, soprattutto alla luce di quanto era stato detto da Cuperlo, da Renzi e da Civati. Alla fine, chi ha vinto è Giorgio Napolitano, che ha imposto e blindato la Cancellieri. E ha vinto anche Enrico Letta, che continua a fare il ventriloquo del capo dello Stato“. Il giornalista sottolinea la totale delegittimazione morale del ministro e sui candidati alla segreteria del Pd osserva: “Renzi in qualche modo ha barattato il senso della morale per mettere all’angolo Letta. Civati, invece, nuovamente ha cercato di spettinarsi e poi è rimasto lì. Cuperlo ha obbedito. Epifani ha detto tranquillamente alla Camera: “Ne usciamo abbastanza feriti, siamo ancora più deboli, però la Cancellieri rimane lì”. Straordinario” di Gisella Ruccia
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