Cronaca

Viareggio, Provincia di Lucca al Quirinale: “Sgomento per la scelta di Letta”

Il presidente Stefano Baccelli chiede a Napolitano di spiegare le motivazioni che hanno spinto il governo a non costituirsi parte civile nel processo per la strage del 29 giugno 2009. Viene criticata anche la giustificazione data dal premier Letta a Marco Piagentini

Dopo la mancata costituzione del governo come parte civile al processo per la strage di Viareggio e le lettere al presidente del Consiglio Enrico Letta inviate dal sindaco Leonardo Betti e da Marco Piagentini, il presidente della Provincia di Lucca Stefano Bacelli ne scrive una al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Baccelli nel messaggio si definisce “disorientato e sgomento”, e chiede a Napolitano il motivo di questa scelta: “La prego mi dia una risposta. Perché lo Stato non è a nostro fianco? Perché non è a fianco dei familiari delle vittime?”

Il processo, secondo il presidente della Provincia, “non serve tanto ad individuare i responsabili. E spero che non ci siano equivoci, io sono un garantista convinto. Serve a consolare i familiari. A dare loro una risposta. Una risposta giusta, severa, approfondita, magari per loro insoddisfacente. Ma una risposta possibile, credibile, è dovuta da questa Repubblica“.

La scelta del governo era stata giustificata da Letta in una lettera inviata al quotidiano “Il Tirreno”, in risposta a Piagentini, presidente dell’associazione dei familiari “Il mondo che vorrei”, che nella strage ha perso due figli, di 5 e 2 anni, e la moglie. Letta aveva scritto: “La costituzione di parte civile delle amministrazioni statali, quale è la Presidenza del Consiglio, nel processo penale non serve ad assicurare l’accertamento della verità e delle responsabilità. La costituzione di parte civile da parte di un’amministrazione pubblica non può essere utilizzata per ottenere il ristoro dei danni e delle sofferenze patite dalle vittime”. Le parole del presidente del Consiglio hanno trovato le critiche di Daniela Rombi, dell’associazione “Il mondo che vorrei” e mamma di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni dopo oltre 40 giorni di agonia. Secondo la Rombi lo Stato avrebbe “potuto fare come l’amministrazione comunale: prendere un tot di risarcimento e per un altro tot rimanere dentro il processo. Un escamotage bruttissimo, ma meno criticabile della scelta fatta”. “Che lo Stato non dica – aggiunge la donna – che vuole verità e giustizia: perché non è vero. Hanno messo nero su bianco che non gli interessa e che siamo soli in questa battaglia”.

Baccelli ribatte, smentendo questa posizione: “Non è vero come dice Enrico Letta che fosse una scelta dovuta la mancata costituzione da parte del Governo. Non è vero giuridicamente. Non è vero politicamente. Non è vero che la costituzione di parte civile non serva ad accompagnare la ricerca di verità, che sia solo finalizzata al ristoro dei danni”. I danni morali, di fronte a 32 vittime, “sono quantitativamente e qualitativamente superiori”.