Si chiama "Progettiamo Bologna" ed è il "laboratorio politico" di Ilaria Giorgetti, ex consigliera comunale e cognata di Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato del gruppo che ha seguito Alfano lontano da Silvio Berlusconi
Il centrodestra di Bologna torna sul luogo del delitto. Là dove Giorgio Guazzaloca sotto le insegne del civismo a 360 gradi portò l’intera compagine anti Pd a governare la città, unendo dall’Udc alla destra estrema, oggi ci riprova Ilaria Giorgetti, unico presidente di quartiere sotto le torri – l’elegante bomboniera di Santo Stefano – targato Pdl. E lo fa presentando Progettiamo Bologna, un messaggio di unità politica contro la sinistra bolognese, proprio nelle ore confuse della sbornia della divisione nazionale tra Forza Italia e nuovo centrodestra di Angelino Alfano.
“Data la situazione a livello nazionale noi vogliamo unire”, spiega al fattoquotidiano.it la 48enne ex consigliera comunale Pdl e cognata del capogruppo al Senato del Nuovo centrodestra Maurizio Sacconi – “socialista riformista” – ora finita con Alfano, “al di là delle singole bandiere di appartenenza chi ha aderito a Progettiamo Bologna non si riconosce, semplicemente, nella sinistra bolognese e cerca di dare una risposta concreta proponendo unità di sigle e intenti per batterla”.
Tanto che all’incontro di presentazione del “laboratorio politico” c’erano consiglieri di quartiere di Forza Italia, del nuovo partito di Alfano, della Lega Nord e di Fratelli d’Italia: “Ci rivolgiamo anche ai moderati di Casini se è per questo. L’importante è condividere la soluzione dei problemi veri, pratici, legati alla crisi della gente. Oggi, mi si permetta di dire, non è più tempo di fare le cicale: ci dobbiamo comportare tutti da formiche”.
Esempio pratico per la presidente del quartiere Santo Stefano, è la convenzione per la prevenzione oculistica per i bambini dai 9 mesi ai 5 anni con due screening gratuiti ottenuti grazie alla collaborazione dell’ospedale Sant’Orsola e di numerosi soggetti economici della città: “Qui andiamo incontro ai bisogni delle persone. Cito il tema della chiusura del centro storico: va bene la bici e l’idea di alcune pedonalizzazioni, ma c’è bisogno di un piano strategico per rivitalizzare la città partendo dal rilancio di negozi e aziende che in centro chiudono, e dalla formazione di vere infrastrutture che consentano di spostarsi per davvero ai bolognesi e ai turisti: con l’alta velocità andiamo in 20 minuti a Firenze e in un’ora a Milano, ma ci vogliono secoli per muoversi in città”.
Progettiamo Bologna avrà a breve un sito web su cui ogni cittadino potrà postare idee e proposte per il governo della città, in vista anche di future amministrative: “Stimo i vecchi sindaci di Bologna da Dozza a Vitali, passando per Imbeni e Zangheri, ma non sarò io a candidarmi come primo cittadino, questo è sicuro. Certo è che ciò che fece Guazzaloca nel 1999 è un miracolo di unità nel centrodestra mai ripetuto”.
“Lo leggo come un segnale distensivo locale in un momento di potenziale frizione nazionale”, spiega il consigliere comunale Michele Facci ora con Berlusconi, “formalmente l’esperienza di un gruppo unico di quartiere non può essere ripetuto in modo identico alle comunali; se però la mettiamo nei termini di essere di fronte ad un minimo comune denominatore politico in cui riconoscersi per essere alternativi al centrosinistra bolognese allora promuovo l’idea della Giorgetti”.
Ancor più positivo il commento del leghista Manes Bernardini, già candidato sindaco leghista e di un centrodestra – poco unito – alle amministrative di due anni : “Le buone idee di ricompattamento del centrodestra vanno messe in campo sempre. Il laboratorio di Progettiamo Bologna, da qui al 2016 quando si voterà, porterà competenza ed esperienza amministrativa e sarà un’offerta in più per battere l’attuale maggioranza in Comune”.