Cane che abbaia non morde: sarà pur vero, ma quello che morde non va cercato lontano. Non è uno sconosciuto, un randagio, una creatura di dubbia provenienza e aspetto inquietante. Anzi: se hanno ragione le statistiche e i veterinari, a morderci è quasi sempre l’amato cane di casa, che normalmente scodinzola e cerca affetto, ma che un dato momento si arrabbia e alla fine – se proprio non capiamo qual è il suo problema- ce lo dice nell’unico modo veramente efficace che conosce. Ci sono razze più fragili di altre (che più facilmente reagiscono in modo aggressivo), ma anche il cane più buono ha i suoi momenti no, i suoi giramenti di scatole, le sue paure, le sue contrarietà, la cui causa il più delle volte siamo noi e il nostro comportamento maldestro. Gli episodi di cronaca nera, le tragedie che hanno per protagonisti branchi di cani affamati e aggressivi sono un evento estremamente insolito e raro, non contemplato dalle statistiche ordinarie.
Nei paesi che registrano questi eventi con maggiore puntiglio, generalmente gli anglosassoni, risulta che ogni anno circa l’1 per cento della popolazione rimane vittima/protagonista di una morsicatura, che la maggior parte delle volte si risolve con qualche livido e spavento, e solo nei casi più seri, numericamente ridotti, richiede l’intervento dei medici del pronto soccorso. Se in Italia valgono le stesse regole, almeno 600 mila persone vengono ogni anno “pinzate” principalmente ai polpacci, alle mani, al collo. E immancabilmente, o quasi, si tratta di “aggressioni affettive”, i.e. quelle in cui si manifesta un conflitto di relazione tra l’animale uomo e l’animale cane che vivono insieme o comunque si conoscono.
Blue Dog è il nome di un sito e di un progetto di etologi e veterinari europei nato per raccogliere informazioni sul fenomeno e trasmetterle sia i cittadini sia i professionisti del settore. Secondo Blue Dog i cui dati sono diffusi in Italia dall’associazione milanese Asetra e da Aispa, le cose da tenere a mente per interagire senza brutte sorprese con i cani nei quali ci imbattiamo non sono poi così tante: primo, i cani morsicatori sono prevalentemente maschi. Secondo: i bambini vengono morsicati il doppio degli adulti, non perché i cani li detestino per principio ma perché, per via dell’irriflessiva irruenza propria dell’età, hanno il doppio delle probabilità di “offendere” e irritare l’animale di casa (…) o quello che incontrano per strada e dagli amici. Terzo: nella maggioranza degli episodi il cane morde con scopi difensivi, la vittima che è andata a toccare, baciare, abbracciare, svegliare, l’animale stesso – tutte cose da non fare mai perché molto di rado vanno a finire bene come invece miracolosamente accade in questo video – o che gli ha preso la ciotola, i suoi giocattoli, le sue ossa. Quarto: i bambini che vengono morsi, quasi sempre si erano avvicinati al cane mentre riposava o era legato, o stavano correndo e/o giocando davanti a lui.
Il progetto Blue Dog/Asetra si occupa anche delle possibili cause dell’aggressività canina; delle convinzioni errate o pericolose circa la loro natura e la loro educazione (non è vero, ad esempio, che castrarli risolva ipso facto i problemi di aggressività o che qualunque cucciolo allevato normalmente diventi per ciò stesso un cane socievole); dei provvedimenti più inutili o ingiusti o controproducenti che si possano adottare nei loro confronti; delle regole buone per ogni occasione: per esempio, non mettere mai le mani nei cancelli o nelle auto se dentro c’è un cane, a fronte di un cane minaccioso, fermarsi e restare immobili, senza guardarlo né parlargli.
Tutto quanto scrivo è raccolto in un Dvd (per i bambini) accompagnato da un manuale (per genitori e insegnanti). Ma ad Asetra si possono richiedere anche due poster didattici – Cosa ne sai dei cani? e Interpretare il linguaggio dei cani – utilissimi sia in casa sia nelle scuole, perché riassumono in forma visiva le regole che non solo i bambini ma tutti dovrebbero mandare a memoria. Poi però, assimilati questi principi di base indispensabili, la regola aurea che deve ispirare ogni buon padrone di cane è che il suo Fido è un individuo a se stante, diverso da tutti gli altri Fido del mondo e delle descrizioni dei manuali. Messi da parte pregiudizi e presunzione, dando fondo a pazienza ed empatia, il suo compito è capirlo per quello che è, correggendo ciò che può mettere in pericolo la convivenza: da una parte come dall’altra. Non è poco. Può essere l’impegno di una vita. Due immagini del poster “Cosa ne sai dei cani?”