Dopo cinque giorni di sciopero selvaggio i lavoratori danno l'ok alla bozza. Proteste per il voto tra favorevoli e contrari. Busta con proiettile al presidente dell'azienda. Il sindaco Doria: "Atto gravissimo"
L’assemblea dei lavoratori dell’Azienda mobilità e trasporti (Amt) radunati nella Sala della chiamata del porto di Genova, dopo quattro ore di discussione, ha approvato a maggioranza la bozza di accordo. Si conclude così, almeno per ora, la vertenza tra Comune e Amt sul trasporto pubblico genovese e lo sciopero selvaggio proseguito per cinque giorni al seguito del quale la procura del capoluogo ligure ha aperto un’inchiesta per sospensione di pubblico servizio. Gli autobus hanno cominciato a circolare nuovamente verso le 15.30.
A spingere per il voto favorevole, le organizzazione sindacali che nella notte hanno portato a termine la trattativa non senza uno strascico di polemiche. “Questo voto non può essere valido – ha detto un lavoratore all’uscita della Sala della chiamata – ed è una presa in giro. All’interno della sala non c’erano solo lavoratori Amt. Inoltre, molti di quelli che dovevano votare erano fuori oppure a fumare. Tutto si è svolto velocemente, senza capirci granché”. La votazione è avvenuta dividendo la stanza a metà: da una parte i favorevoli, dall’altra i contrari. “Probabilmente – ha continuato – i sì avrebbero vinto comunque ma con questo voto si sono spaccati i lavoratori di Amt. Dopo cinque giorni di sofferenza e lotta assieme, abbiamo perso credibilità davanti a tutti”.
Unanime la condanna per l’invio di un proiettile calibro 45 e di una lettera di minacce, indirizzata al presidente di Amt, Lino Ravera. La busta, scoperta al centro smistamento postale dell’aeroporto di Genova, conteneva un foglio con la frase “tagliamo te e i super manager. Saluti anche a B. e M. Ladro”. “I tranvieri – hanno subito dichiarato i lavoratori riuniti in assemblea – non fanno queste cose, hanno fatto la Resistenza e le lotte degli anni ’70. Ci dissociamo da queste azioni”.
Cosa prevede l’accordo. Amt rimarrà una società pubblica. La Regione Liguria, in tempi brevi, si impegna a finanziare l’acquisto di 15 nuovi mezzi attraverso una riprogrammazione di risorse già impegnate e, nel quadriennio 2014-2017, di altre 200 vetture, sfruttando i finanziamenti provenienti da fondi europei e nazionali. Alcune linee meno redditizie, come quelle collinari, potrebbero essere date in subappalto. Mentre per ripianare il disavanzo di Amt, che ammonta a 8,3 milioni di euro nel 2014, il Comune di Genova si è impegnato a ricapitalizzare l’azienda con un investimento di 4,3 milioni di euro. Per recuperare i 4 milioni che mancano ci saranno ristrutturazioni aziendali che – riferiscono i sindacati – non incideranno né sulle retribuzioni, né sull’orario di lavoro o sui riposi dei dipendenti.
Doria: “Accordo si poteva trovare senza sciopero”. “Se hanno trovato un accordo vuol dire che il sindaco di Genova è in condizione di poter affrontare il problema”, ha commentato il viceministro dell’Economia Stefano Fassina. Che prende i cinque giorni di sciopero del capoluogo ligure come cartina tornasole della situazione socio-economica del Paese. “E’ un periodo difficile – commenta – ma mi sembra che i fatti di Genova, al di là del merito, indichino che in Italia c’è un grande e diffuso malessere“. Soddisfatto anche il sindaco di Genova Marco Doria: “Su questo accordo il mio giudizio è positivo. Era doveroso cercare un punto di equilibrio”, ha detto sottolineando però che “poteva essere raggiunto senza ricorrere allo strumento dello sciopero selvaggio”. Intanto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e quello del Lavoro, Enrico Giovannini, hanno convocato per giovedì 28 novembre a Roma un tavolo per affrontare le tematiche del trasporto pubblico locale.
Le tappe dell’agitazione. A scatenarla c’è stata prima la vertenza tra i dipendenti dell’azienda e il suo azionista, il Comune guidato da Marco Doria (indipendente, vicino a Sinistra ecologia libertà), iniziata sulla delibera che dovrebbe indicare le linee strategiche per la gestione delle società partecipate dall’ente che, secondo i suoi contestatori, lasciava le porte aperte all’ingresso di soci privati nella società; poi i sacrifici chiesti ai lavoratori per risanare il bilancio della società nel 2014. Cinque giorni di sciopero selvaggio hanno mandato in tilt il traffico. Con i portuali in agitazione, gli studenti pronti a solidarizzare con i lavoratori e il rischio che la protesta paralizzasse anche la raccolta dei rifiuti. La riunione di questa notte, che ha fatto sedere le parti allo stesso tavolo, è stata preceduta da una settimana in cui ogni tentativo di trattativa era saltato. Giovedì 21 novembre si era interrotto il tavolo tecnico di confronto con il Comune per cercare di recuperare una negoziazione e interrompere l’astensione dal lavoro. Doria chiedeva sacrifici ai lavoratori per recuperare un disavanzo di 8 milioni in grado di mettere al sicuro l’azienda. Secco no da parte dei sindacati: “Non ci sono state nemmeno le basi per iniziare a ragionare con il sindaco”. Sempre giovedì, un corteo di 1.500 persone aveva sfilato per le strade della città fin sotto il palazzo comunale, dove nel pomeriggio si era tenuto un consiglio per votare una mozione riveduta sull’azienda di trasporti, per evitare l’ostilità dei contrari al coinvolgimento dei privati. Consiglio blindato, chiuso al pubblico su consiglio del prefetto, per scongiurare disordini ed evitare che venisse interrotta come la seduta di 48 ore prima. E proprio per quella interruzione la procura di Genova – dopo aver ricevuto un’informativa della questura – ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l’interruzione di pubblico di servizio, mentre il Garante per gli scioperi valuterà l’adozione di sanzioni.
Il Movimento cinque stelle. Beppe Grillo ha definito la battaglia della sua città “una lotta epocale“, da estendere in tutta Italia. E ha consigliato ai dipendenti di Amt di unire la loro protesta a quella “di Fincantieri, di Iren, in una battaglia comune”. Per il leader del Movimento Cinque Stelle “il problema del trasporto locale deve essere affrontato da chi fa industria e conosce i problemi. Questi amministratori non sanno proprio come gestire questi servizi. Bisogna fare delle scelte molto drastiche. Dove il trasporto pubblico funziona è stata penalizzata l’auto privata. L’auto non la puoi escludere, ma la puoi mettere in secondo piano. Se compri un’auto a Singapore, ti costa più l’immatricolazione della stessa auto. A Tokio per avere un’auto devi prima avere un posto dove metterla”.