L'ex presidente dell'Agenzia municipalizzata per i servizi comunali era stato allontanato. Secondo il sindaco avrebbe speso troppo per un ufficio. Secondo l'ex fedelissimo perché ha rivelato l'intreccio affaristico nel Comune
Michele Croce, ex candidato della lista Tosi, ex presidente dell’Agec, l’Azienda municipalizzata per i servizi comunali, è stato defenestrato dal sindaco. Per il primo cittadino perché avrebbe speso troppo per il rinnovo del suo ufficio, per Croce perché ha rivelato l’intreccio affaristico in seno all’azienda del Comune di Verona. E le inchieste della magistratura sembrano dare ragione a Croce, mentre Tosi è in forte difficoltà. Infatti il Pd ha chiesto una commissione d’indagine, con il capogruppo Michele Bertucco. Ma ora spunta la ‘ndrangheta.
Avvocato Croce, il comune di Verona è in subbuglio anche per colpa sua. E’ una vendetta contro Tosi per essere stato cacciato?
Lo dice lui. Ma è smentito dalla successione delle date. Io volevo solo fare chiarezza in Agec.
Che opinione si è fatto oggi del sindaco di Verona dopo essersi candidato nella sua lista?
Sono fortemente deluso. Ero convinto che il rispetto della legalità fosse una priorità della sua politica. Mi sono accorto che non è così.
La accusano di mire politiche.
Mi farebbe piacere continuare a dare il mio contributo. D’altro canto mi ero candidato per questo nella lista Tosi.
Esiste la ‘ndrangheta in città?
Ho la sensazione di sì, sto raccogliendo notizie che a me sembrano poco rassicuranti. Naturalmente informerò la procura che farà le sue valutazioni.
Quale livello politico ha raggiunto?
Temo né più né meno di quello che ha raggiunto in tutta Italia. Quindi imponente.
Cosa occorre fare contro le infiltrazioni mafiose?
Un controllo a tappeto sul territorio con la collaborazione di tutti i cittadini che segnalino alla magistratura e alle forze dell’ordine le situazioni anomale.