Il Partito democratico voterà a favore della decadenza al Senato di Silvio Berlusconi. Lo ha ribadito Guglielmo Epifani dopo i pesanti attacchi lanciati ieri da Berlusconi che ha definito il voto sulla decadenza “un colpo di Stato”. “Il 27 ci vedrà impegnati al Senato ad approvare, secondo sentenza e secondo leggi, una scelta in favore della decadenza di Berlusconi“. Il segretario democratico, parlando alla Convenzione nazionale del partito che si è tenuta a Roma, ha precisato che con quel voto “non abbiamo voluto colpire un avversario politico, è l’ultima cosa che possiamo volere”.
Dal palco dell’Ergife, il segretario si sofferma a lungo sulle parole di ieri di Berlusconi, che ha tirato in ballo il presidente della Repubblica chiedendogli la grazia, definendo “incomprensibile” il ragionamento del Cavaliere e bollando quelle dichiarazioni “da una parte sgangherate, dall’altra irricevibili”. L’atteggiamento del leader di Forza Italia viene letto piuttosto come un bluff: “Berlusconi – ha proseguito il segretario – non ha né la forza né la ragione in questa vicenda e sta creando un clima pesante che non fara bene né a lui né al Paese”. Ma i suoi guai giudiziari secondo l’ex segretario della Cgil non incideranno sul congresso del Pd “così come noi riteniamo che le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi debbano essere separate della politica”.
Ma se il contrattacco del segretario a Berlusconi è stato chiaro, più velate sono state le parole che Epifani ha rivolto ai “partiti e movimenti personali“. Una frecciata al Movimento cinque stelle che sembra indirizzata però anche al candidato forte in corsa per la segreteria democratica: Matteo Renzi, presente all’appuntamento. “I partiti personali – dichiara Epifani – non sono democratici. La stessa cosa vale anche per i movimenti personali”.
Intanto la posizione del Pd sulla decadenza smuove gli animi in Forza Italia. Il primo a commentare le parole che arrivano dalla Convenzione nazionale è Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, che legge la posizione di Epifani come un avvertimento al Nuovo centrodestra del vicepremier Angelino Alfano: “Su decadenza e legge di stabilità, Guglielmo Epifani, con il tono di chi decide per tutti (assolutamente comprensibile, dal suo punto di vista, e considerando i rapporti di forza), spiega a Ncd e agli altri cespugli quali siano tempi, regole e decisioni già assunte. E gli altri? Possono al massimo adeguarsi…”. Mentre l’ex presidente del Senato Renato Schifani prova a percorrere la strada del diaologo, sperando che il Pd ripensi alla decisione sul voto palese. Che, secondo il senatore, “è stato adottato violando le procedure perchè il regolamento era chiaro e si è cambiato solo con una interpretazione. Vi sono riflessioni da sottoporre alla corte costituzionale non accolte dalla giunta le riproporremo in aula. Speriamo di ottenere una politica dell’ascolto da parte di alcuni parlamentari della sinistra”
Alla Convenzione è arrivato anche il messaggio del premier Enrico Letta che sottolinea l’importanza dell’unità all’interno del partito: “Più volte mi avete sentito ripetere che dalla crisi si esce solo insieme, riscoprendo le ragioni di una missione condivisa che abbia l’ambizione di costruire il futuro di questo Paese. Il Pd è, e ancora di più può e deve essere, l’anima di questa missione al servizio dell’Italia e dell’Europa”. Il primo ministro si dice sicuro che “c’è l’unità a dispetto delle appartenenze del passato e delle divergenze del presente. C’è la competizione leale tra proposte politiche. Ci sono le primarie”, un appuntamento, quello dell’8 dicembre al quale Letta parteciperà “in prima fila” accanto ai “milioni di elettori che, spesso a dispetto dei nostri stessi errori, si mobilitano e partecipano” alla vita del partito.