“Siamo i precari della giustizia. Nonostante 2 milioni di procedimenti l’anno, che coprono il 60% dell’attività di primo grado in materia civile, non abbiamo le tutele previste dalla legge”. Così i giudici di pace di tutte le sedi italiane spiegano le motivazioni che li hanno spinti a incrociare le braccia per due settimane, a partire da lunedì 25 novembre e fino al 6 dicembre. “Si tratta – spiega Gabriele Longo, presidente dell’Unione Nazionale Giudici di Pace – di una condizione di precariato intollerabile ed illegale, senza alcuna tutela previdenziale, della maternità e della salute e nessuna garanzia di indipendenza e autonomia”. “Attualmente – prosegue – abbiamo dei contratti quadriennali che possono essere rinnovati solo per tre volte. Non si può svolgere un compito del genere con contratti a termine”. Altra richiesta fondamentale è la previdenza. “Non abbiamo maternità, malattie e contributi – afferma Oliviero Campana, un giudice di pace di Roma – tutti diritti costituzionalmente garantiti”. Il disegno Caliendo all’esame del Senato va, invece, nella direzione contraria, perchè prevede di assumere come giudici di pace giovani di 25 anni per 8 anni. Questo vuol dire solo creare altri disoccupati” di Annalisa Ausilio
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