Il ministro Franceschini: "Bisogna valutare il rapporto fiduciario tra esecutivo e maggioranza". Ma la decisione dell'esecutivo conferma anche il voto sulla decadenza di Berlusconi il 27 novembre. Forza Italia e Lega annunciano ostruzionismo. E negli emendamenti dei relatori, spunta la nuova Imposta unica comunale
Il governo mette l’acceleratore sulla Legge di stabilità, annunciando di porre la questione di fiducia. Tra le novità del testo che l’esecutivo intende blindare, rientra anche la tassa Iuc, Imposta unica comunale, che sostituirà l’Imu scalzando l’ipotesi della Trise, il balzello previsto nella prima bozza della manovra che, a questo punto, non vedrà mai la luce. Nel gioco delle sigle, sparisce quindi la Trise, che includeva Tari e Tasi, e scompare pure il suo “successore” Tuc. Ma i piani del governo devono fare i conti con l’ostruzionismo minacciato da Forza Italia e Lega Nord. “Sulla legge di stabilità porremo la fiducia“, annuncia in una nota il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. “Rispetteremo il lavoro del Parlamento ponendola sul testo che la Commissione bilancio sta ultimando. La fiducia è però necessaria” anche “per verificare politicamente, con chiarezza e senza ambiguità il rapporto fiduciario tra governo e maggioranza parlamentare”. Oltre al significato politico spiegato da Franceschini (che si riferisce anche alle sbandate in commissione dove il governo è stato battuto due volte) ce n’è anche un altro: in questo modo i lavori dell’Aula di Palazzo Madama saranno rapidissimi e quindi il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi sarà il 27 novembre, come confermato dal presidente dei senatori Pd Luigi Zanda al termine della conferenza dei capigruppo.
La legge di stabilità, come ha spiegato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, approderà in Aula martedì mattina alle 9.30 e alle 10 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. I quali, data l’intenzione del governo di porre la fiducia, sono destinati a cadere. L’esecutivo, per bocca del sottosegretario Giovanni Legnini, fa sapere di volere chiudere la partita in giornata: “Il governo punta a chiudere questa notte l’esame in Commissione, a porre la questione di fiducia domani mattina e a votarla domani sera”. Ma sulla tempistica prevista dal governo pesa la minaccia dell’ostruzionismo lanciata da Forza Italia e Lega Nord. I senatori del centrodestra, secondo fonti vicine ai gruppi a Palazzo Madama, sono pronti a fare le barricate in commissione Bilancio nel caso in cui il governo avesse deciso stasera di “forzare la mano” chiedendo il voto di fiducia sul provvedimento.
Dalla Iuc alle spiagge, gli emendamenti formulati dai relatori. Addio Trise. Il nuovo tributo sulla casa, che sostituirà l’Imu dal 2014, si chiamerà Iuc, imposta unica comunale, e sarà sempre divisa nelle due componenti: la prima relativa alla raccolta dei rifiuti, la seconda sui servizi indivisibili. I comuni avranno a disposizione un fondo da 1,5 miliardi per introdurre detrazioni alla nuova imposta sulla casa (Iuc). Queste risorse, secondo i relatori, daranno “la possibilità di avere un effetto analogo a quello del 2012, quando la detrazione base era a 200 euro e si aggiungevano 50 euro a figlio”. In particolare, i comuni potranno introdurre detrazioni sulle abitazioni con un unico occupante (single o anziano solo) e su quelle degli emigranti, fino alle abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o per altro uso limitato. Dalla nuova imposta sugli immobili saranno esentate le prime case, ad esclusione di quelle di lusso.
E ancora, è in arrivo una delega regolamentare per rivedere le concessioni delle aree prossime alle spiagge. La delega si occuperà di rivedere le concessioni d’intesa con l’Unione europea e di definire il passaggio delle aree alle Regioni. Si potranno risolvere le pendenze giudiziarie relative ai canoni delle spiagge non pagati fino al 30 settembre 2013: si dovrà pagare il 30% subito e il restante 70% (oltre agli interessi) in massimo 9 rate annuali.
Annullato il consiglio dei ministri, niente decisioni sull’Imu. Ma i problemi del governo – nonostante Forza Italia di fatto già non faccia più parte della maggioranza – non sono finiti qui, evidentemente: è stato infatti sconvocato il Consiglio dei ministri previsto per domani sull’Imu, questione rinviata più e più volte. Sul tavolo dell’esecutivo, ancora da approvare, il decreto che prevede la sospensione della seconda rata dell’imposta sulla casa e quello di riqualificazione delle quote di Bankitalia.
Legge sugli stadi, il governo alza bandiera bianca: “Deciderà la Camera”. Non finisce qui. Il governo – dopo retromarce e giravolte – alza infatti bandiera bianca anche sulla questione stadi, il cui testo presentato dall’esecutivo era diventato – come detto da più parti, compreso il Pd – un modo per alimentare i rischi di speculazione edilizia. “La questione stadi sarà affrontata alla Camera” ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. L’ultima versione dell’emendamento sugli stadi circolata nella tarda serata di ieri risultava molto edulcorata rispetto alla prima proposta, non prevedendo la possibilità per i costruttori di nuovi impianti sportivi di edificare anche uffici ed abitazioni. Il testo stabilisce infatti solo che le risorse del Fondo di garanzia istituito nel 2002 presso il Credito sportivo, siano utilizzate “anche se non in via esclusiva, per favorire l’ammodernamento degli impianti già esistenti, o, in caso di comprovate ragioni, la realizzazione di nuovi impianti sportivi”, comunque “omologati per un numero di posti pari o superiore a 500 al coperto e a 2000 allo scoperto, con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti e degli spettatori”. Un successivo comma precisa che questi interventi “sono realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti, legittimamente realizzati, o mediante localizzazione in aree già edificate”. Clausola questa voluta dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, per evitare consumo di terreno non edificato (Orlando si era scontrato con questo con il collega Graziano Delrio). Nonostante i correttivi apportati, dopo le infinite polemiche scatenate dagli ambientalisti ma anche da molti esponenti del Pd (Dario Nardella in primis, come spiegò al fatto.it), il nodo passa comunque a Montecitorio, per essere sciolto in quella sede.