Cronaca

Catanzaro: fuori il diluvio, dentro manca l’acqua. I paradossi delle emergenze

L’unica cosa che non mancava a Noè in quei lunghi quaranta giorni di traversata era l’acqua. Possibile che l’evoluzione della specie si sia fermata ai tempi del diluvio universale? Me lo chiedo osservando gli atteggiamenti pubblici di chi si è occupato dell’emergenza maltempo, dopo che i temporali di questi giorni hanno impedito che l’acqua arrivasse nelle case dei cittadini. Roba da far impazzire… immagino i ragazzi che pregano: “Ti prego buon Dio, fai che non smetta, ho il compito di matematica domani!”.

Chi ci governa, non può risolvere alcunché, non hanno mica i superpoteri, sono in gamba ed hanno sempre la porta aperta quando abbiamo bisogno di loro, ma di fronte a un’emergenza? Sono bravi, ma a gestire la “normalità”, è per questo che li abbiamo scelti. Quando bisogna decidere chi lavora e chi sta a spasso, da chi prendere le forniture per i servizi, se costruire un grande palazzo o un centro commerciale, quale locale prendere in affitto per accontentare Tizio o Caio, dove indirizzare finanziamenti e risorse per non scontentare gli amici, i nostri amministratori sono imbattibili, formidabili, geniali.

Suppongo che sia per via del fatto che che quando si occupano di governare le nostre vite, quando organizzano ed impegnano le nostre risorse economiche, culturali, naturali, non pensano a cosa potrebbe accadere in una data situazione, ad amministrare nell’interesse collettivo, pensano al loro ed al nostro godimento momentaneo. “Vuoi la casa bella e grande in riva al fiume? Non si potrebbe, ma per te amico mio, facciamo un’eccezione…”. Che colpa può avere, che fastidio vi dà chi riceve un aiutino da un solerte e bravo amministratore? Sono tutti gelosi perché non hanno un amico potente e generoso come il mio”.

Ma quando ci si mette di traverso l’emergenza, c’è poco da fare: tutti vanno automaticamente in tilt! Il problema, in questi casi, è essere preparati a gestire i comportamenti privati. Quei tanti cittadini incazzati perché le cose naturali, come la pioggia ad esempio, non funzionano. Siamo abituati a credere, infatti, che quando piove in giro c’è tanta acqua, tanto che l’istinto ci spinge a ripararci dall’acqua. Spuntano fuori come i funghi i venditori di ombrelli, c’è chi prende la macchina anche per fare due passi, chi può rimanere in casa e ne approfitta… Allora com’è possibile che a Catanzaro, dove di pioggia se n’è vista tanta in questi giorni (anche negli anni precedenti visto che frane, allagamenti ed alluvioni ce ne sono state), manchi l’acqua?

Per i cittadini del capoluogo della Calabria è stato praticamente impossibile in questi giorni, fare le cose più banali e naturali: lavarsi, andare in bagno, lavare le stoviglie, fare il bucato, lavarsi le mani prima di mangiare. C’è tanta acqua in giro e dal rubinetto non ne vien fuori neanche una goccia. Come si spiega? Al perché non c’è risposta, allora si passa al “per chi”, ovvero si cerca un colpevole: la protezione civile, dio, le banche, gli sciacalli della sinistra, gli incapaci della destra, il mercato, i giornalisti, il mare, la pioggia.

Ecco è stata la pioggia, ora tranquilli, l’emergenza è passata, il rubinetto è tornato a scorrere, come la nostra vita, quindi possiamo tornare a lavarcene le mani…

di Giuseppe Valentino

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