Ecco, la nostra generazione ha un’opportunità unica. L’alternativa sviluppo-ambiente si può superare. Possiamo “sfruttare” la natura proprio salvaguardandola e proteggendo noi stessi. Possiamo trarne un beneficio economico per le nostre famiglie e milioni di posti di lavoro. In Italia la prima industria è il turismo (15% del pil), che ha bisogno di ambiente integro. Di più: 3,3 milioni di persone hanno un’occupazione grazie alle professioni “verdi”. Potrebbero essere molti di più, perché nessuno forma 500 figure professionali che l’economia richiede. Bisognerebbe che lo Stato e noi tutti ci credessimo.
Come dimostra la legge di stabilità, il governo Letta ha imboccato la direzione opposta: con lo specchietto per le allodole degli stadi fa un regalo ai signori del cemento. Poi la sanatoria per i comuni che non fanno la raccolta differenziata. Infine il via libera all’asfalto con i 10 miliardi della Mestre-Orte. Ma noi facciamo la nostra parte? Certo, possiamo non votare i Cappellacci di turno.
Partiamo, però, dalla casa. Ci vuole un investimento, ma garantisce risparmi futuri. E offre lavoro. Serve una scelta di fondo. Che non si fa solo per il portafogli. Come dice Luca Mercalli: non vogliamo il ritorno al medioevo, anzi. Sarà una soddisfazione più profonda a ripagarci. La consapevolezza di contribuire al bene comune. Il ritrovato senso del futuro. Che ci aiuta ad affrontare questo aspro presente.
Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 25 Novembre 2013
(Foto Lapresse)