Il gigante francese di giardinaggio e bricolage Leroy Merlin ha donato materiali per 15mila euro e manodopera gratuita per ristrutturare l'area. L'assessore: "Intervento necessario, ma nessuna svendita"
La sussidiarietà a Bologna batte un colpo. Il primo esempio concreto di intervento dei privati all’interno di una scuola comunale è servita. Il gigante francese del giardinaggio e bricolage Leroy Merlin ha donato materiali del valore complessivo di 15.000 euro e manodopera gratuita per ristrutturare e riqualificare l’area verde del polo scolastico Ada Negri gestito dal Comune nel quartiere San Donato. Un’operazione che consentirà ai 55 bimbi del nido e ai 75 della scuola dell’infanzia del plesso area Pilastro di avere nuovi muri esterni dell’edificio, di avere a disposizione un orto didattico per imparare a coltivare piante e prodotti della terra, la trasformazione di uno stagno in un laghetto nel giardino, e uno spazio per la sosta dei passeggini per i genitori.
“E’ un accordo di sponsorizzazione per riqualificare la scuola del quartiere e il suo giardino dove spesso i bimbi mangiano e giocano” spiegano i responsabili di Leroy Merlin, “le imprese sul territorio producono, volenti o nolenti, traffico e inquinamento per svolgere le loro mansioni abituali, ma possono anche produrre un atto di responsabilità ripagando l’ospitalità e sostenendo progetti di questo genere”.
Un progetto pioniere in città, e forse addirittura in Italia, che permetterà all’azienda di finanziare interventi migliorativi sul plesso scolastico bolognese donando materiale e strutture, usufruendo di mano d’opera volontaria di dipendenti e genitori degli alunni che ripristineranno addirittura le inferriate arrugginite: “Molti nostri tecnici – continuano i responsabili Leroy Merlin – presteranno le loro conoscenze gratuitamente, come molti nostri artigiani che intervengono nella messa in posa nei giardini dei clienti hanno offerto ore di consulenza per rimettere a nuovo l’area verde”.
Un risultato ottenuto grazie agli input provenienti da una ricerca dell’Università di Bologna sull’architettura urbana degli spazi verdi coordinata dal professor Bortolotti, dall’interessamento della fondazione Villa Ghigi che aveva progettato il parco negli anni novanta, e dal quartiere San Donato che con l’instancabile contributo del suo presidente, Simone Borsari, ha reso possibile la realizzazione dell’impresa.
“Ma non mi si parli di privatizzazione delle aree verdi pubbliche”, sottolinea piccata l’assessore comunale Patrizia Gabellini, protagonista un anno fa di una proposta choc che finì su tutti i giornali nazionali, “questa è un’iniziativa filantropica di uno sponsor privato che ringraziamo. Lo spazio verde rimane di proprietà del Comune, altrimenti facciamo confusione come un anno fa. Perché un conto è mettere in evidenza la mancanza di risorse comunali per gestire attrezzature e manutenzione degli spazi verdi e un altro discorso è la logica economica che soggiace alla vendita di uno spazio verde ad un privato”.
“Semmai – conclude l’assessore – bisognerebbe modernizzare il regolamento in materia che è vecchio di decenni per permetterci di consentire più elasticità d’intervento. Se, ad esempio, i genitori di alcuni scolari vogliono regalare giochi per il parco della scuola, a norma di regolamento non è consentito. Su questa strada dobbiamo muoverci per interagire meglio anche con il mondo delle sponsorizzazioni private”.