E’ ufficiale. Lo dicono gli americani il comandante della Sesta Flotta Nato, Ammiraglio Philip Davidson: “L’acqua di Napoli è potabile”. E’ la parola fine scritta alla polemica suscitata dopo l’inchiesta pubblicata dal settimanale L’Espresso la cui copertina titolava “Bevi Napoli e poi muori”.
Il Comune di Napoli ha chiesto al settimanale di De Benedetti la somma di un miliardo come risarcimento danni per i gravi contraccolpi subiti all’immagine della città e la psicosi innescata tra i residenti. La sottolineatura degli americani è anche superflua. Già lo studio statunitense targato 2009 e 2011 era chiaro. L’acqua di Napoli è stata sempre pulita, controllata e sicura. L’Espresso ha preso una cantonata. A questo punto – sono molti che lo chiedono – Bruno Manfellotto, direttore responsabile del settimanale – tra l’altro pure napoletano – come minimo dovrebbe scusarsi, fare una copertina risarcitoria e rassegnare le dimissioni.
Neppure durante il confronto su Sky tv con il sindaco Luigi de Magistris, il direttore del settimanale ha convinto o quanto meno illustrato le ragioni di quella copertina. Ogni lettore stabilisce con il proprio giornale un rapporto fiduciario. Ciò che ha colpito della bruttissima vicenda è l’autorefenzialità e l’essere staccati dai fatti. Bastava chiedere i dati all’azienda idrica napoletana ABC oppure consultare il sito della stessa con tutti i rilevamenti aggiornati strada per strada oppure ancora chiedere all’Asl Napoli 1.
Centomila campioni analizzati, dati incrociati tra i prelievi dell’azienda idrica e dell’Asl. L’acqua di Napoli è pulita, potabile e superiore qualitativamente in media all’acqua corrente che si beve in tutta Europa. Di fronte a dati scientifici diretti e aggiornati qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Napoli. Non credo che dalle parti dell’Espresso si lavori così. Allora occorre dare l’esempio per tutelare la credibilità e la storia dell’importante testata d’inchiesta. Il direttore invece di arrampicarsi sugli specchi – stile Berlusconi con le fantomatiche prove americane – si scusi con i napoletani, con la città con le istituzioni e lasci la direzione. Tutto qui.