Da oggi qualsiasi condannato in via definitiva potrà convocare una manifestazione contro la sentenza, i suoi giudici e la magistratura? Sicuramente sì. Dal momento che la Costituzione ancora statuisce il principio di uguaglianza, non si comprenderebbe per quale ragione potrebbe essere vietato ad altri quello che è stato concesso, e non da oggi, a Berlusconi. Qui non è in discussione, e ci mancherebbe altro, il diritto alla libertà di espressione e alla critica nei confronti di chiunque, giudici compresi, ma modi, forme, toni, della denuncia di presunti colpi di Stato e il conseguente appello alle piazze.
Il fatto che simili iniziative siano promosse da un ex presidente del Consiglio rende la cosa ancora più grave, perché proprio da chi ha avuto ed ha responsabilità istituzionali si dovrebbero pretendere atteggiamenti misurati e rispettosi dell’ordinamento democratico. Naturalmente ci rendiamo conto che sarebbe folle aspettarsi un simile contegno da chi ha definito “eroe” il mafioso Mangano e “mascalzone” Enzo Biagi.
Resta comunque il problema di come reagiranno le istituzioni se e quando lo stesso tipo di manifestazione sarà eventualmente promossa da altri condannati.
I “Picciotti” condannati potranno marciare contro il tribunale di Palermo?
I responsabili delle stragi sul lavoro chiederanno la cacciata dei loro giudici?
Gli altri condannati per corruzione sono forse figli di un dio minore?
Ci sarà un albo dei condannati abilitati a manifestare e a dileggiare impunemente i loro giudici?
A quali altri condannati, infine, sarà concesso di esibirsi a reti semiunificate e senza un reale contraddittorio?
Persino nel giorno del suo probabile addio al Parlamento, Berlusconi ha voluto riaffermare che Lui non ha intenzione di rispettare nulla e nessuno, tantomeno la Costituzione.
Chi pensa di aver archiviato la pratica è destinato ad un brusco ed amaro risveglio!