Simone Togni, presidente di Anev, associazione nazionale energia del vento: "Lo Stato riduca le tasse sugli investimenti delle imprese energivore nel risparmio energetico e le aiuti a restare concorrenziali senza sussidi"
Archiviata la stagione degli incentivi alle rinnovabili inizia quella di sostegno alle imprese che pagano cara l’energia. In che direzione va la politica energetica italiana? Lo abbiamo chiesto a Simone Togni, presidente di Anev, associazione nazionale energia del vento. “Il decreto sulle energivore – sostiene – aumenta la disparità fra piccole e grandi imprese. Le multinazionali saranno aiutate molto più di prima pagando l’energia, grazie all’aiuto di Stato, in media quanto le loro concorrenti europee. Questo però viene spalmato su tutte le altre aziende, le medie e piccole, che invece pagano l’energia il 30% di più di quello che dovrebbero”.
L’alternativa?
Il coraggio. Lo Stato riduca le tasse sugli investimenti delle imprese energivore nel risparmio energetico e le aiuti a restare concorrenziali senza sussidi e prebende assistenzialistiche, che poi pagano tutti gli altri clienti.
Come ha fatto la Regione Sicilia? Lo scorso 23 ottobre ha firmato un patto con la Commissione europea per costruire pannelli solari negli edifici pubblici. La Sicilia anticipa le somme (pari a 3 miliardi di euro, 210 i Comuni coinvolti), l’Europa (tramite la Bei, Banca europea per gli investimenti) la rimborsa. A regime, così, gli enti locali taglieranno la loro bolletta energetica del 50%.
Questa è una bella notizia anche se il testo dell’accordo andrebbe letto bene. Mi fido poco di chi, pur vantando delle risorse naturali eccezionali come sole e vento, fa di tutto per complicare la vita alle imprese che investono nel settore.
Cioè?
Lo scorso 26 settembre la giunta Crocetta ha approvato una delibera che blocca la costruzione di impianti eolici in tutta la Regione. Ha sospeso tutte le procedure autorizzative gettando nel panico il mercato e generando incertezza e confusione.
Il 2013 è stato l’anno di debutto del nuovo meccanismo di assegnazione degli incentivi. Come stanno andando le aste?
Siamo delusi. A un anno dalla prima asta tutto è fermo: più della metà dei progetti assegnati, quasi tutti al Sud, non entreranno in esercizio. Il meccanismo garantisce la precedenza nell’accesso all’incentivo a chi accetta una tariffa più bassa. Questo principio però ha generato la ‘sindrome del vincitore’, pur di vincere l’asta un’impresa sovrastima la propria capacità, accetta un’offerta molto bassa ma poi non ha capitali sufficienti per aprire il cantiere. Un disastro.
Le sconfitte sono dunque le rinnovabili. Dal boom degli anni passati allo sboom di oggi. Cosa proponete al Ministro Zanonato?
Deve superare le aste. Nessuno contesta la fine degli incentivi pagati in bollette da tutti. Il ministro però accetti, per il bene dell’Italia, agevolazione fiscali per il settore. Sole e vento sono il nostro petrolio. Se non si capisce questo si favoriscono i produttori di fonte fossile.