Lo stadio Città del Tricolore di Reggio Emilia potrebbe avere presto una nuova proprietà. Dal fallimento della Reggiana Calcio il campo di quello che era l’ex Giglio, dove ora gioca la neopromossa squadra del Sassuolo, è in mano al Tribunale e finirà all’asta il prossimo 5 dicembre. Con una manovra “salva stadio” il Comune di Reggio Emilia però farà da garante affinché l’impianto sportivo ritorni alla nuova Reggiana Calcio, entrando temporaneamente in una società pubblica-privata creata ad hoc che acquisterà la struttura.

La decisione è arrivata in Consiglio comunale con un emendamento sulla delibera di assestamento di bilancio 2013 presentato dai capigruppo di Pd e Progetto Reggio Luca Vecchi e Giacomo Giovannini insieme al consigliere Pdl Claudio Bassi. Secondo la proposta, il credito che il Comune vanta nei confronti della vecchia società fallita passerà sulle spalle della nuova società Finanziaria Immobiliare nata per rilevare lo stadio. Si tratta di 650mila euro di Ici e Imu mai pagati dalla Reggiana Calcio, che varranno all’amministrazione di Reggio Emilia le quote societarie per l’ingresso nel nuovo soggetto pubblico-privato.

Allo stesso tempo però il Comune farà da garante economico per l’operazione, entrando nella società e consentendole di accedere a un mutuo di 2 milioni di euro dal Banco Emiliano, che aveva messo come condizione per l’erogazione l’ingresso dell’ente pubblico. Secondo gli accordi, dopo l’acquisto dello stadio il Comune rimarrà a far parte della nuova proprietà del Città del Tricolore solo fino all’estinzione del debito nei suoi confronti, per poi lasciare l’impianto al nuovo soggetto di cui fanno parte Reggiana Calcio e altri quattro soci di cui non sono stati forniti i nominativi.

Un aspetto che ha sollevato perplessità tra maggioranza e opposizione, tanto che l’emendamento “salva stadio” è passato con soli 17 i voti favorevoli, 5 contrari e 8 astensioni. “Un’operazione per regalare lo stadio” alla Reggiana Calcio e ai suoi soci, l’ha definita la consigliera del Pdl Annamaria Terenziani, che ha messo in discussione la sicurezza del Comune nell’operazione: “Per consentire ad una costituenda società immobiliare di partecipare all’asta del prossimo 5 dicembre il Comune da una parte rinuncerebbe al proprio credito nei confronti del fallimento (certo in quanto in prededuzione) pari ad 650mila euro e dall’altra, con il proprio ingresso nella società, si porrebbe a garante economico dell’operazione – scrive la consigliera – Dunque si regala denaro e garanzie pubbliche ad una società fantomatica con rischio di indebitamento del Comune per sottrarre per giunta ai creditori del fallimento l’unico bene di valore”. Perplessità dimostrate anche da Matteo Olivieri (Reggio Cinque stelle), che ha invece posto il problema di un soggetto pubblico che entra come socio in una società mista, senza però alcun bando.

D’altro canto però per il Comune e per i consiglieri che hanno presentato l’emendamento, quello individuato è un percorso per uscire dalla procedura fallimentare, “che è stato ritenuto degno di interesse pubblico per la valenza dello stadio e della Reggiana per la collettività” e che in più offrirebbe al Comune la possibilità di recuperare più facilmente il suo credito. Inoltre, nel caso l’operazione non andasse in porto, l’amministrazione potrà recedere dalla delibera senza alcuna conseguenza. Dopo l’approvazione del consiglio comunale, sulla delibera l’ultima parola l’avrà la giunta, che dovrà definirne gli aspetti tecnici. Se la nuova società riuscirà nell’acquisto dell’impianto, dopo anni di difficoltà e di incertezze, l’odissea dello stadio Città del Tricolore potrà finalmente giungere a un lieto fine.

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