Dopo avere incassato la fiducia sulla manovra, il premier parla di "unità e coesione" della coalizione che lo sostiene. Nega di volere procedere a un rimpasto, ma si aspetta le dimissioni dei sottosegretari di Forza Italia. E annuncia un giro di consultazioni tra i partiti che lo appoggiano, di cui vuole verificare la lealtà dopo le primarie del Pd
Il giorno dopo avere incassato la fiducia del Senato, Enrico Letta fa il punto sulla nuova maggioranza che perde un pezzo importante come Forza Italia. Il premier mostra i muscoli e si parla di una coalizione “più forte perché più unita e coesa”, in grado di “accelerare il percorso delle riforme“, nonostante la rottura di Berlusconi e soci. Anzi, agli ormai ex compagni di governo il presidente del Consiglio ricorda che i suoi numeri sono più saldi di quelli vantati dall’ultimo esecutivo guidato dal Cavaliere. E ancora, sollecita un passo indietro da parte dei sottosegretari azzurri. Ma, liberatosi degli insofferenti forzisti, Letta deve prestare attenzione all’altra insidia interna, che prende il nome di Matteo Renzi: il premier annuncia un giro di consultazioni con i partiti di maggioranza dopo l’8 dicembre, data del congresso Pd, per verificare la lealtà delle forze politiche che sostengono il governo.
“Ritengo che il voto di fiducia di questa notte sulla legge di stabilità è un voto di fiducia con un risultato molto significativo e molto importante, 171 a 135, che ci dà forza, coesione e prospettiva per tutto il 2014″, ha spiegato Enrico Letta. “Quella di stanotte è una maggioranza larga e che ha fatto chiarezza: è più forte perché più unita e coesa. Userò questa forza nei prossimi giorni e nei prossimi mesi per accelerare il percorso di riforme perché il Paese ne ha bisogno”.
Il capo del governo fa sapere di non volere procedere a un rimpasto dell’esecutivo, ma sollecita le dimissioni dei sottosegretari di Forza Italia: “Mi aspetto atti conseguenti dai membri che sono al governo e che decidono di sostenere Forza Italia. Mi aspetto che tirino le conseguenze”. Ai transfughi della sua coalizione, il Presidente del Consiglio lancia un’altra frecciata: “Agli esponenti di Forza Italia che dicono che è una maggioranza risicata, rispondo che non lo è. Solo in un caso, con Berlusconi nel 2008, ci fu una maggioranza con più di 171 voti, ovvero 173 voti”. E ancora: “Questa notte al Senato abbiamo avuto più voti di quelli dell’ultimo governo Berlusconi“.
Ma la verifica della tenuta della maggioranza, nelle parole del premier, non finisce con il voto di fiducia: “Nei prossimi giorni ci sarà un giro di consultazioni con i rappresentanti della maggioranza che sostengono il governo che, ovviamente, non potrà chiudersi prima dell’8 dicembre”, il giorno del Congresso del Pd. Insomma, il presidente del Consiglio vuole essere sicuro della lealtà del nuovo leader del Partito democratico, che con tutta probabilità sarà Matteo Renzi. “Il giorno dopo le primarie del Pd – spiega il capo del governo – mi confronterò con il nuovo segretario e sono convinto che sarà un confronto positivo”.
E mentre il premier non ha ancora finito di parlare, cominciano le reazioni da parte di Forza Italia. “Nello stesso momento in cui al Senato va in scena una vicenda drammatica che coinvolge una parte del Paese – dichiara il senatore Sandro Bondi -, il premier Letta dimostra la sua sensibilità umana e politica convocando una conferenza stampa per parlare della nuova maggioranza a sostegno del suo governo. Non ho parole! Spero almeno che non sia accompagnato da Alfano. Ma ormai non mi stupisco più di nulla”. E anche Raffaele Fitto passa all’attacco. “E’ grave che Enrico Letta faccia finta di nulla”, ha sottolineato l’esponente di Forza Italia. “Il quadro politico è sconvolto, e una delle forze maggiori del Paese non fa più parte della coalizione. E’ impensabile che Letta non veda e non senta, e voglia evitare una formalizzazione esplicita della crisi“.