Rete Ferroviaria Italiana vuole escludere dal processo per la strage di Viareggio cugini e amici di famiglia delle 32 vittime, ma anche gli enti locali, Regione e Provincia in testa, associazioni e sindacati dei lavoratori. Gli avvocati di Rfi hanno chiesto infatti al tribunale che tutti loro siano estromessi dalle parti civili. Nella guerra per convincere i giudici su chi potrà prendere parte al processo e chi no, i legali delle ferrovie accettano solo i familiari stretti e il Comune di Viareggio. L’amministrazione ha già avuto parte del risarcimento, rifiutando una parte di quanto offerto dalle assicurazioni per poter mantenere il diritto di costituirsi nel processo. Richieste che alla seconda udienza del processo per il disastro ferroviario del 29 giugno 2009 fanno protestare una volta di più i familiari delle vittime: “Sono cose fuori da ogni immaginazione”. 

Per loro, però, una notizia buona c’è: tutte le ditte straniere sono state ammesse al processo come responsabili civili. Tutte tranne la Gatx Rail Europe, l’azienda proprietaria del convoglio che deragliò, che, a sorpresa, pare non essere mai esistita. A comunicarlo è il pubblico ministero Giuseppe Amodeo. “La società Gatx Rail Europa non esiste. Ho qui un accertamento – ha detto il pm – svolto dalla Guardia di Finanza datato 26 marzo 2013: sul sito c’è un riferimento alla Gatx Europe, ma dal punto di vista del diritto societario non esiste”. Restano imputate Gatx Austria e Gatx Germania

Gli imputati: “Regione, provincia e sindacati fuori dal processo”
Inascoltati gli appelli e la raccolta firme delle ultime settimane: lo Stato, così come i ministeri dell’Ambiente e degli Interni, non si costituiscono parte civile. Non solo: per gli avvocati degli imputati, anche la Regione Toscana e la Provincia di Lucca dovrebbero restare fuori dal processo. “Chiediamo l’esclusione di tutti coloro che non fanno riferimento alla famiglia in senso nucleare. Cugini, amici di famiglia, convivente dello zio, zio acquisito, hanno preteso risarcimenti e crediamo non debbano essere ammessi” ha scandito in aula l’avvocato Carla Manduchi. “Come mai c’è questo proliferare di enti che vogliono risarcimenti? – si è chiesto il legale – Chiediamo l’esclusione di tutti gli enti territoriali, di tutte le organizzazioni e di tutti gli enti sindacali fatta eccezione per il Comune di Viareggio, secondo l’articolo 185 del codice penale. Gli interessi diffusi e collettivi nel nostro ordinamento non sono risarcibili”. Secondo l’avvocato Manduchi, dunque, devono essere escluse anche Inail e sindacati oltre a Regione e Provincia. 

Queste ultime avevano rifiutato i risarcimenti pur di entrare nel processo accanto ai familiari. Ma per Rfi “interessi di natura solidale nulla hanno a che vedere con il danno diretto patito da reato”. Giuseppe Quartararo, avvocato di Inail, ribatte: “Dobbiamo essere ammessi. Due lavoratori – un falegname e un panettiere – sono stati uccisi mentre andavano a lavoro. Non importa se il datore di lavoro non è tra gli imputati”. Alla prossima udienza, il 9 dicembre, il collegio presieduto dal giudice Gerardo Boragine si esprimerà sull’ammissibilità delle parti civili e su altre questioni preliminari. 

Pochi giornalisti. Familiari: “Hanno timore di Moretti”
Al polo fieristico di Lucca – che ospita il processo –  rispetto alla prima udienza si sono già dimezzati i giornalisti: non è stata senza conseguenze la decisione di vietare in aula foto e riprese sia audio che video. E proprio i giornalisti sono stati accusati dai familiari delle vittime di subire una sorta di “sudditanza psicologica” nei confronti di Mauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato, il cui media office, che si trova legato direttamente o indirettamente a più di uno dei 42 imputati (33 persone fisiche e 9 società), è presente a ogni udienza tra i giornalisti nello spazio riservato alla stampa. L’associazione Il Mondo che Vorrei, che riunisce le famiglie, ha detto: “Se questa forte impressione/sensazione venisse confermata sarebbe un bene superare una simile ‘infermità’ giornalistica”.

Marco Piagentini andrà in televisione
Domani sera, ospiti di Michele Santoro, a Servizio Pubblico, in onda alle 21.10 su La7, ci sarà Daniela Rombi, presidente del Mondo che Vorrei, l’associazione dei familiari e mamma di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni dopo oltre 40 giorni di agonia per le ustioni riportate nell’incidente ferroviario. Per la prima volta in televisione apparirà con lei anche Marco Piagentini, il papà coraggio che nella strage ha perso la moglie Stefania Maccioni e due dei tre figli, Luca e Lorenzo, di 5 e 2 anni. Aveva scritto al presidente del Consiglio Enrico Letta per protestare contro la decisione del governo di non prendere parte al processo definendo la scelta “un atto insulso e vigliacco”. Letta aveva risposto che proprio il risarcimento che si sta definendo nella trattativa tra avvocatura dello Stato e assicurazioni delle società sotto accusa esclude Palazzo Chigi dalla necessità di costituirsi parte civile. 

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