Non ha allo stato valenza legislativa ma si tratta di una raccomandazione della Commissione criminalità organizzata, corruzione, riciclaggio di denaro. Sarà la Commissione europea a decidere: "Qualora si permettesse a Berlusconi di candidarsi in uno Stato straniero - spiega la presidente Sonia Alfano - la credibilità e l’affidabilità dei gruppi politici che hanno votato per l’approvazione del testo CRIM crollerebbero verticalmente”
I condannati in via definitiva per reati gravi, mafia e pubblica amministrazione fuori dal Parlamento europeo: devono essere considerati “ineleggibili” e “incandidabili”. È del 23 ottobre scorso l’approvazione, a grandissima maggioranza dalla plenaria di Strasburgo compreso il Ppe, di una raccomandazione contenuta nel testo delle conclusioni della Commissione speciale antimafia, presieduta dall’europarlamentare Sonia Alfano. Un testo votato, che allo stato non ha valenza legislativa, anche da molti europarlamentari di quello che era il Pdl e che, di fatto, escluderebbe qualsiasi possibilità per Silvio Berlusconi diventare europarlamentare grazie alla candidatura di un altro paese.
Nei paragrafi 76, 77 e 78 della risoluzione, c’è scritto che devono essere “ineleggibili” al Parlamento europeo e “nell’impossibilità di prestare servizio nelle istituzioni e negli altri organi dell’Unione” non solo i condannati in via definitiva per reati di criminalità organizzata e riciclaggio, ma anche quelli per “corruzione ed altri reati gravi, anche di natura economica e finanziaria”. Inoltre viene raccomandato agli stati membri di prevedere la loro “incandidabilità”.
Insomma anche questa ultima speranza per l’ex premier di recuperare a livello europeo l’immunità persa con il voto della decadenza sembra spegnersi definitivamente. L’articolo 4 della legge Severino prevede l’incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo spettante all’Italia, ma non in un altro paese e quindi se per ipotesi un paese europeo offrisse un seggio al Cavaliere in via teorica il leader di Forza Italia potrebbe essere eletto. Perché se è vero che allo stato l’ex premier non potrebbe neanche farsi eleggere in una circoscrizione comunale è pur vero che in alcuni stati europei potrebbe trovare un rifugio.
“È vero che in alcuni stati membri non esiste alcuna norma sull’incandidabilità dei condannati, ma è anche vero che – spiega Sonia Alfano al fattoquotidiano.it – il Parlamento europeo, approvando il testo della Commissione CRIM (criminalità organizzata, corruzione, riciclaggio di denaro), si è espresso molto duramente sul punto, prevedendo incandidabilità, ineleggibilità e decadenza per i condannati con sentenza definitiva per gravi reati. Ovviamente questo testo, il cui percorso è adesso nelle mani della Commissione Europea, non ha al momento valenza legislativa. Però, qualora si permettesse a Berlusconi di candidarsi in uno Stato straniero, contravvenendo alla volontà del Parlamento europeo, la credibilità e l’affidabilità dei gruppi politici che hanno votato per l’approvazione del testo CRIM crollerebbero verticalmente”.
Ci sono 28 paesi membri ed è necessaria una armonizzazione rispetto ai vari sistemi giudiziari. La Commissione dovrà fare la proposta in base alla raccomandazione. Quindi pare improbabile che Berlusconi possa candidarsi alle europee. La sua decadenza ha avuto una eco ampia e una ricaduta molto importante anche sulla stampa estera. E poi in quale gruppo andrebbe? Il Ppe, il partito popolare europeo ha già mollato il Cavaliere da tempo ed è ancora in stand by l’entrata della neonata Forza Italia all’interno del raggruppamento che comprende 73 partiti di 39 Paesi. Inoltre benché siano passati oltre 10 anni in molti ricordano lo show del Cavaliere contro l’allora europarlamentare Martin Schulz. Che diventato presidente del parlamento europeo aveva invitato lo scorso febbraio a non votare l’uomo che voleva suggerirlo in un ruolo di kapò in un film.