Fatture non saldate di residence e ristoranti, rimborsi sulle mensilità in sospeso e squadra all’addiaccio. La telenovela calcistica della Perla Verde finisce con i lucchetti ai cancelli dello stadio. Da ieri i 27 giocatori, più allenatore, dell’ASD Riccione 1929, storica squadra romagnola che milita nella serie D, non sono riusciti ad accedere agli spogliatoi e al campo degli allenamenti perché la proprietà del campo da gioco – la 3V di Giampiero Bracalenti – ha sbarrato le porte d’entrata.
“La società non paga da agosto”, dicono i proprietari dello spazio sportivo. A quel punto sono entrati in scena i carabinieri che hanno accompagnato giocatori e mister a recuperare almeno scarpini e parastinchi personali lasciati il giorno prima. “Vedere i miei ragazzi uscire dallo stadio con i sacchetti dell’immondizia pieni delle proprie cose (foto da Facebook, ndr) mi ha fatto piangere il cuore”, racconta al fattoquotidiano.it l’allenatore Arturo Di Napoli – 39 anni, ex bomber di Napoli, Messina e Salernitana, dal 5 agosto 2013 alla guida dei biancoazzurri romagnoli – “il problema è che ci mancano le divise e tutto il materiale della società che serve per allenarci e giocare: come facciamo a preparare la partita di domenica, andiamo in spiaggia?”.
Turbolenze che l’ASD Riccione 1929 vive da parecchi anni per via dei continui cambiamenti di proprietà che l’hanno portata ad avere nel 2012 perfino cinque presidenti diversi in nemmeno nove mesi, e nel 2010 una rifondazione societaria per non sparire dal mondo del calcio italiano. Al comando ora una società ‘fantasma’ che ha come unico punto di riferimento l’amministratore delegato Giovanni Spinelli: “Succede solo qui a Riccione e in Romagna che quando non paghi la mensilità per il campo di gioco non ti fanno più entrare”, spiega Spinelli al fattoquotidiano.it, “se ci danno una tolleranza di 15 giorni, come accade in altre città d’Italia, potremmo rientrare coi costi. Poi per i rimborsi di 200-300 euro ai giocatori che mancano da due mesi è normale, come in decine di altre società sportive; però le spese di vitto e alloggio contestate le abbiamo saldate”.
Già perché ad ottobre scorso la squadra, quasi tutti under 21, molti provenienti da città come Roma, Matera e Cosenza, era stata sfrattata dal residence che la ospitava per non aver saldato il conto: “Noi lottiamo per pagare le spese mensili di 20-25mila euro – continua l’ad – paghiamo il residence e i ristoranti, ma quest’anno l’affitto del campo è aumentato da 3mila a 3500 euro”.
“Assistiamo stupiti ad un accordo stipulato tra la società del Riccione 1929 e i gestori del campo che hanno vinto un regolare bando comunale”, puntualizza l’assessore allo sport di Riccione, Maurizio Pruccoli, “anch’io non sono mai riuscito a parlare coi vertici societari. Si dice che il responsabile sia Ermanno Pieroni, ma non l’ho mai incontrato. Col sindaco abbiamo invece parlato con la società milanese Wind4Wind che due mesi fa voleva rilevare la società, ma ha poi riscontrato debiti cinque volte maggiori di quelli dichiarati e ora la trattativa si è interrotta”.
Difficile pensare che l’undici di Di Napoli domenica riesca ad andare in campo per mostrare, nonostante tutto un pimpante gioco a zona che gli ha permesso di ottenere, nonostante i mille guai societari, 11 punti in 11 partite: “Rimango qui solo per i miei ragazzi”, conclude bomber Di Napoli, in campo chiamato Re Artù, “prima della tattica insegno lo spirito giusto, la trasparenza e la moralità per chi fa questo sport. Molti giocatori mi chiedono: ma è questo il calcio? Non so che rispondergli. Ora però deve intervenire la Federazione. Io ho parlato con l’Assocalciatori e il vicepresidente Calcagno mi ha detto di far allenare i ragazzi al parco. Ma vi sembra una risposta? E poi non posso fare nemmeno questo: non abbiamo più i palloni”.