Jovanotti, Tiziano Ferro, Elisa, Biagio Antonacci: ecco gli ospiti d’onore per l’anteprima live del Fisico&Politico tour di Luca Carboni, a Bologna il 20 dicembre al PalaDozza. Quattro artisti che già hanno duettato nel disco omonimo uscito il 1 ottobre 2013, a cui si potrebbero aggiungere Franco Battiato – sempre nel nuovo album con una struggente Silvia lo sai – e i bolognesissimi Cesare Cremonini e Samuele Bersani.

L’occasione per mostrare il concerto/capolavoro dei 30 anni di carriera, con duetti modello Pavarotti & friends, è il supporto simbolico del Comune di Bologna attraverso l’assessore alla cultura, Alberto Ronchi, piano inclinato verso il cantautorato Usa di Patti Smith e Lou Reed piuttosto che sugli artisti “locali”, in splendida forma accanto all’ever green che debuttò come chitarrista oramai nell’81: “E’ giusto sostenere la musica di Bologna. Mica diamo contributi economici, i biglietti vanno già a ruba”.

Evento, quello del 20 dicembre, che si avvilupperà nell’ombelico della memoria musicale del PalaDozza, ex Pala Azzarita, o ancor meglio “il Palazzo”, fortino della palla a spicchi dove per decenni Fortitudo e Virtus basket si sono divisi di domenica pomeriggio il match casalingo: “Amavo tanto il basket che, pur avendo l’abbonamento per la Fortitudo, quando i ragazzi giocavano fuori, andavo a vedere la partita della Virtus” – spiega Carboni, rayban neri sopra la fronte e una giacca militare da tartufaio di Savigno (località delle colline bolognesi dove ora abita ndr) – “sapevo che Lucio Dalla e Ron andavano a vedere la Virtus. Così sarà stato il 1979 o 1980, avevo sui 18 anni, nell’intervallo tra un tempo e l’altro incontrai Ron al bar del ‘palazzo’ mentre beveva un tè. Gli dissi che avevo una band e chi gli volevo far sentire qualcosa e lui mi disse che lui e Lucio erano sempre all’Osteria da Vito”.

Poi, circa un anno dopo, da Vito, andò che Lucio era in compagnia degli Stadio e Carboni gli portò qualche testo che a Curreri &C. andarono più che bene. La solita Bologna degli orchestrali che torna e ritorna quando in Italia si parla di musica: “Morandi, Lucio, Guccini, Claudio Lolli, non finiremo mai ricordarci cos’era e cos’è Bologna da questo punto di vista. Ma oggi è ancora qualcosa di più dove il pop e la canzone d’autore incontra le novità produttive e creative dell’indie”.

Non proprio stretto il riserbo per la scaletta del 20 dicembre. Si apre, probabilmente, con “Ci stiamo sbagliando, poi si prosegue con i classici e quel Silvia lo sai, cantata da Battiato nel disco, che è diventata emblema sociologico di una generazione bruciata dalla droga: “Ho perso tanti amici per via dell’eroina. Il Luca della canzone non ero io, ma si sa”. E poi ancora una scenografia particolare, palco diviso a metà tra palco per musica tradizionale e dall’altra parte strumentazione più legata all’evoluzione digitale, oltre a qualche sorpresa più personale come un canestro da basket che potrebbe fare da naturale capolino in scena.

Il Carboni pensiero, infine, si fa sempre più dolce quando sfiora il ricordo dei tempi che furono: “Mi ritrovo spesso a criticare i talent show, ma poi mi viene in mente che quando iniziai proprio 30 anni fa esatti, alla Rca di Roma prima di firmare il contratto la direzione chiamava tutti e 400 i dipendenti, li metteva in una grande sala e gli artisti, come successe a me, cantavano davanti a loro. L’applauso e il gradimento dei dipendenti spesso orientava la scelta dei dirigenti”.

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