La richiesta riguarda altre otto persone. Il figlio di don Salvatore risulta latitante: ha ottenuto la cittadinanza svizzera solo 20 giorni prima dell'ordinanza di arresto. Contestate irregolarità di bilancio e in particolare la sottovalutazione della voce riserva sinistri
La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di Paolo Ligresti, figlio di Salvatore Ligresti, e di altre otto persone. Il procedimento, che si sta sviluppando con il rito ordinario, è parallelo a quello approdato in tribunale, che vede fra gli imputati lo stesso Salvatore Ligresti. Per quest’ultimo il giudizio inizierà il 4 dicembre. Oltre l’ex patron del gruppo, ci sono l’ex dg Emanuele Erbetta e l’ex ad Fausto Marchionni. Già fuori dal rito ordinario Giulia Ligresti, che ha patteggiato una pena a 2 anni e 8 mesi. Non sarà giudicata con il rito ordinario neppure la sorella Jonella, che ha chiesto di patteggiare, mentre il fratello Paolo ha finora evitato l’arresto perché cittadino svizzero.
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dai pm Marco Gianoglio e Vittorio Nessi, riguarda le irregolarità di bilancio (e in particolare la sottovalutazione della voce riserva sinistri che hanno permesso alla famiglia Ligresti, secondo l’accusa, di guadagnare illecitamente dividendi per oltre duecento milioni. E’ assai probabile che i due fascicoli vengano riuniti.
I pm torinesi avevano già chiesto al tribunale, l’11 ottobre scorso, di processare subito, con il giudizio immediato, i Ligresti – don Salvatore e i figli Jonella e Paolo – e gli altri manager Antonio Talarico, Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta, imputati di aggiotaggio informativo, falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato. Paolo, invece, risulta latitante per la procura di Torino: non può essere arrestato in quanto ha ottenuto la cittadinanza svizzera solo venti giorni prima dell’ordinanza di custodia cautelare. Per questo, non è stato possibile eseguire l’ordine di cattura emesso nei suoi confronti.