Politica

Lega Nord, i candidati passano da cinque a due: sarà Bossi contro Salvini

Solo in due sono riusciti a raccogliere le mille firme necessarie per partecipare alle primarie. Non ce l'hanno fatta gli altri sfidanti, Stucchi, Bernardini e Stefanazzi. In precedenza, Tosi si era tirato indietro in nome dell'unità del partito, mentre Pini e Boso erano stati esclusi per questioni formali

La sfida per la segreteria della Lega Nord si riduce a una corsa a due. Sarà una competizione tra il vecchio e il nuovo, Umberto Bossi contro Matteo Salvini.  “Si è conclusa oggi alle ore 12 – si legge in una nota del Carroccio – la raccolta delle firme per le candidature a segretario federale della Lega Nord che saranno sottoposte al voto delle elezioni primarie il prossimo 7 dicembre“. Nel comunicato, si fa sapere che quasi il 40%  degli aventi diritto ha sottoscritto una delle due candidature. Eppure, fino a poche ore fa, i candidati erano cinque: Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, Manes Bernardini e Roberto Stefanazzi non sono riusciti a raccogliere le mille firme necessarie per partecipare alle primarie. E anche il Senatur è riuscito solo in extremis a trovare il numero minimo di sottoscrizioni.

“Il responsabile organizzativo Roberto Calderoli – si legge nel comunicato – esprime grande soddisfazione per l’ampia partecipazione”. In realtà, la scalata alla guida del partito ha collezionato una serie di defezioni eccellenti. Il primo a tirarsi indietro era stato Flavio Tosi, che prima aveva annunciato di essere della partita e poi si era tirato indietro “per favorire la nomina di una candidatura unitaria“. Esclusi dai giochi anche il romagnolo Gianluca Pini e il trentino Erminio Boso, le cui candidature non erano state ritenute formalmente corrette.

Così, a raccogliere le firme per candidarsi alle primarie erano rimasti solo in cinque. Matteo Salvini, segretario della Lega lombarda nonché grande favorito della competizione, è riuscito a portare a casa ben tremila sottoscrizioni. Il presidente a vita del Carroccio, Umbero Bossi, è invece arrivato a quota mille solo in extremis: a meno di 24 ore dal fischio finale, le firme registrate erano solo 780. Fino all’ultimo si era temuta una clamorosa marcia indietro del fondatore del movimento, che per altro aveva criticato la procedura denunciando il “rischio di brogli”. Hanno dovuto gettare la spugna gli altri concorrenti: il bergamasco Giacomo Stucchi si è fermato a trecento sottoscrizioni, un numero nemmeno raggiunto dagli altri due aspiranti candidati, l’avvocato bolognese Manes Bernardini e il consigliere comunale di Vizzola Ticino, Roberto Stefanazzi.