Interrogazione di 10 esponenti dei 5 stelle su tre rappresentanti della associazione che in anni passati furono soci di Cipriano Chianese, imprenditore coinvolto nelle inchieste sulle ecomafie, in una avventura editoriale. "Devono spiegare". La replica: "Fu un errore in buona fede, perché tirare fuori oggi questa storia?"
E’ scontro aperto tra M5S e un pezzo di Libera Caserta, l’associazione che si batte contro i clan. Tutto ruota attorno ad una interrogazione e ad una società chiacchierata. “I deputati del M5S si sono prestati ad infangare persone che non conoscono. Potevano chiedere a quanti nel territorio lavorano ogni giorno per combattere i clan”. Le parole di Raffaele Sardo, giornalista e autore del libro ‘La Bestia’ sulle vittime del clan dei Casalesi, raccontano la spaccatura. Sardo è finito al centro interrogazione parlamentare firmata da 10 deputati del M5S, primo firmatario Angelo Tofalo. Ecco i fatti. In una stessa azienda, ormai cancellata, negli anni novanta, c’erano da una parte quelli che la camorra l’hanno da sempre combattuta, dall’altra quello che la direzione distrettuale antimafia di Napoli, dal 2006, giudica l’inventore dell’ecomafia in Campania. Una vicenda oggetto dell’interrogazione del Movimento 5 Stelle rivolta al Ministero dell’Interno, alla presidenza del consiglio dei Ministri e al dicastero dello Sviluppo Economico.
“Tre noti esponenti dell’associazione Libera – scrivono i deputati – (Raffaele Sardo attualmente redattore de «La Repubblica», Renato Franco Natale ex sindaco e commissario cittadino di Casal di Principe PD, Mauro Baldascino responsabile provinciale sui beni confiscati) sono stati soci dell’avvocato Cipriano Chianese nella società Publimedia 96 srl, società operante nel ramo dell’editoria e che in particolare pubblicava il quotidiano «Lo Spettro», nonostante il Chianese sia stato coinvolto in numerose inchieste giudiziarie relative al fenomeno delle cosiddette «ecomafie» fin dal 1993; egli sarebbe entrato a far parte, senza obiezioni, della suddetta compagine sociale in anni successivi a questo suo primo coinvolgimento giudiziario”.
Effettivamente tra i soci di quella srl, erano più di 40, figurava anche Cipriano Chianese che deteneva il 13% della proprietà. Ma all’epoca cosa era noto di quel personaggio? Nel 1993 Chianese viene arrestato nell’inchiesta che scompagina i rapporti tra clan e signori dei rifiuti, ma ne esce assolto, anche se chiaro era il suo rapporto con soggetti borderline, anche se per scoprirlo bisognava leggere le carte di quel processo. Nel 1994 Chianese finisce anche in un rapporto di Legambiente come uno dei ras dell’affare pattume. Nello stesso anno si candida, senza risultare eletto, nelle file di Forza Italia. Raffaele Sardo spiega: “Alla luce di quello che è accaduto dopo è stato un errore senza dubbio, ma Chianese entrò nel 1999 quando la società editoriale si aprì ai contributi imprenditoriali per trasformare il quindicinale Lo Spettro in quotidiano. Il suo nome ci fu fatto dall’Api, associazione piccole imprese di Caserta, Chianese era addirittura il responsabile ambiente ed entrò con una quota di 50 milioni di lire. Chianese era nel comitato ‘Aversa provincia’ con deputati, avvocati, generali dei carabinieri. Io ho avuto il compito di liquidare quell’azienda e ho dovuto sobbarcarmi costi e responsabilità di chiusura della srl”.
I deputati grillini firmatari chiedono, nell’interrogazione a risposta scritta: “Se i suddetti signori Raffaele Sardo, Renato Franco Natale e Mauro Baldascino siano membri di istituzioni e/o commissioni ministeriali che studiano fenomeni di criminalità organizzata e/o qualsiasi altro tipo di fenomeno criminoso, in provincia di Caserta o comunque in altre province italiane e, se ciò fosse riscontrato, quali siano le iniziative di competenza che si intendono adottare”. Chianese verrà arrestato ancora nel 2006, sottoposto a sorveglianza speciale, e ora è sotto processo per disastro ambientale e connivenza con i clan. Fino all’arresto del 2006 ha, però, galleggiato mantenendo rapporti con il mondo imprenditoriale e soprattutto lavorando al commissariato di governo nei primi anni del 2000. “Col senno di poi – racconta Mauro Baldascino – quell’errore è imperdonabile, ma questo attacco, a distanza di anni, è inspiegabile. Sono stato invitato a parlare di beni confiscati in commissione giustizia dal Movimento 5 Stelle mentre altri deputati scrivono una interrogazione che non colpisce me, ma Libera che in quel territorio suda per combattere illegalità e vincere la sfida contro i clan. Non siamo tutti uguali, se passa questa idea il nostro territorio è spacciato”.
Anche Renato Natale, sindaco anti camorra, primo firmatario di una denuncia nel 1989 contro gli scarichi tossici in terra casertana, spiega: “Fu aperta una sottoscrizione, attraverso quella società, per sostenere un periodico anti camorra Lo Spettro. Io diedi una mano, c’era anche questo Chianese, io non ci ho mai avuto a che fare”. IlFattoquotidiano.it ha scovato tra i soci di quella srl, in liquidazione nel 2001 e cancellata nel 2009, anche un politico campano. Si tratta di Nicola Caputo, oggi consigliere regionale del Pd, di area renziana, che deteneva una piccola quota. “Ho saputo della presenza di Chianese dopo e pensavo fosse una persona normale. Io diedi una quota, ho dato solo una mano a quella iniziativa editoriale”. Una vicenda che torna alla ribalta a distanza di anni, rilanciata dai deputati grillini, e che genera una profonda spaccatura tra M5S e Libera.
Riceviamo e pubblichiamo.
“Nell’articolo pubblicato apprendiamo che alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta nella quale, come abbiamo avuto modo di verificare, viene del tutto arbitrariamente associato il nome della nostra associazione a vicende, risalenti alla fine degli anni Novanta, nella quali Libera non ha avuto alcun ruolo. Per quanto riguarda, invece, le persone coinvolte, di cui è noto e facilmente verificabile il costante impegno nella lotta alla criminalità organizzata, ciascuno nell’ambito dei propri ruoli e delle proprie professionalità, è indegno gettare discredito nei loro confronti per un episodio circoscritto, datato nel tempo e già ampiamente risolto. Singoli errori di valutazione, che pure si possono commettere, per quanto gravi non possono essere trasformati in uno stravolgimento della storie delle persone. Per queste ragioni esprimiamo a Raffaele Sardo, Renato Natale e Mauro Baldascino la nostra vicinanza.”
Ufficio di Presidenza di Libera