In attesa della verifica in aula attraverso cui Enrico Letta dovrà passare dopo le primarie del Pd, l'attività di governo continua ad avere il sostegno di Giorgio Napolitano. Ma viene pungolata da un lato dal vicepremier, che torna a chiedere la riforma della giustizia, e dall'altro dal sindaco di Firenze, che parla di "maggioranza di emergenza" e insiste sull'abolizione del Porcellum
Nei giorni post decadenza Enrico Letta continua a mostrare sicurezza. “Governo più forte di prima”, “esecutivo alla svolta in procinto di cambiare registro”, è quanto va ripetendo. Ma la strada per arrivare almeno fino al 2015 passa attraverso una strettoia. Da una parte Angelino Alfano torna proprio oggi a chiedere la riforma della giustizia e parla di “chiare intese” che sostituiranno le larghe. Dall’altra Matteo Renzi parla di una “maggioranza d’emergenza” che sostituisce le larghe intese e lancia la sfida sulla riforma della legge elettorale. Letta, stiracchiato tra vicepremier e futuro leader del suo stesso partito, può però continuare a contare sul sostegno di Giorgio Napolitano, con cui ha concordato un passaggio in aula dopo le primarie del Pd dell’8 dicembre.
Con la decadenza sono finiti i ricatti all’esecutivo da parte di Silvio Berlusconi, ma il suo ex delfino Alfano non ha intenzione di retrocedere sul tema giustizia: “Penso che il Pd non abbia più alibi e possa procedere insieme a noi a riformarla nel suo aspetto penale”, ha detto oggi il vicepremier, che ha raccontato di non aver più sentito il Cavaliere dopo il voto in Senato di mercoledì scorso. ”Con la nuova maggioranza ci sarà la possibilità di una maggiore chiarezza e di una maggiore focalizzazione sui risultati”, ha proseguito Alfano secondo cui gli obiettivi saranno scritti in un “contratto di governo”: nel 2014 “si possono realizzare alcune cose importanti”, ha garantito. ”Siamo passati da un governo di intese larghe a intese chiare – ha aggiunto -. Quelle di prima erano molto larghe e un po’ meno chiare, queste saranno meno larghe ma certamente più chiare”.
In un’intervista al Messaggero, Alfano si è poi rivolto a Renzi: ”Il nuovo segretario del Pd non affossi il governo Letta. Il suo primo atto sarà quello di pronunciarsi sulla fiducia nei confronti del governo. Questo, mi auguro, renderà l’esecutivo più forte e la linea del Pd nitida”. Ed ha elencato le riforme che secondo lui dovranno essere al centro dell’attività dell’esecutivo: eliminazione del bicameralismo perfetto, diminuzione delle taasse sul lavoro e soprattutto cambiamento della legge elettorale.
E proprio sull’abolizione del Porcellum il sindaco di Firenze punta per pungolare Letta e Napolitano. I renziani settimana prossima presenteranno un ddl che prende a modello il sistema spagnolo, intenzionati da una parte a garantire la fiducia al governo ma dall’altra a tenere aperte tutte quelle criticità che, se non superate, potrebbero portare a elezioni già nei primi mesi del 2014. Del resto, “il governo delle larghe intese non c’è più – ha detto oggi il candidato alle primarie nella sua Enews -. Ora c’è una maggioranza di emergenza, diversa dalle larghe intese, che ha i numeri per fare le cose che da anni si dicono e non si fanno”.
Secondo Renzi, “il governo deve mettersi a correre e finalmente fare le cose. Basta con i rinvii, con le perdite di tempo, fare le cose e farle bene”. E poi un invito: “Occhio a sottovalutate Berlusconi, è come i gatti: ha sette vite. Non ha saputo governare in questi ultimi venti anni, però è bravissimo a fare opposizione e a fare la campagna elettorale”. E sulla sua candidatura alle primarie ha detto: “Chi mi vota, non vota per me. Non vota solo per me. Vota per un pacchetto di proposte specifiche. Per una riforma della politica che consenta di risparmiare 1 miliardo di euro sui 2,5 miliardi. Che rottama le indennità di Senato e Province, riduce costi e posti. Fa dare alla politica il buon esempio. E stavolta è la volta buona perché i numeri ci sono. Un Pd che cambi rispetto al passato può farlo perché stavolta è la volta buona”.