Già indagato per utilizzo e induzione all'uso di stupefacenti, Alessandro Serretti è stato oggetto di un esposto firmato da 25 studenti su 32 della scuola di psichiatria. Secondo gli allievi, il professore riservava scorciatoie a un gruppo ristretto con cui organizzava festini a base di alcol e mdma
Un cerchio magico di allievi specializzandi che si riuniva non solo per discutere delle ultime ricerche scientifiche, ma anche per festini a base di alcol e droga, persino cocaina e mdma. Le voci giravano da molti mesi all’Ottonello di Bologna, uno dei centri di eccellenza dell’università più antica del mondo, sede della scuola di specializzazione in psichiatria. Tra i suoi corridoi ci sono 32 giovani medici, le migliori promesse del settore. E un professore di fama internazionale, Alessandro Serretti, che, secondo la denuncia di alcuni suoi studenti, avrebbe creato un gruppo di favoriti, a cui erano riservate scorciatoie per ottenere pubblicazioni e per avere i turni migliori in corsia. Inoltre, nel gruppetto degli “eletti”, c’erano anche delle ragazze con cui il professore avrebbe avuto delle relazioni sessuali, che alcuni sospettano non fossero disinteressate. Tutte accuse da dimostrare, sorrette tuttavia da denunce messe nero su bianco da molti allievi.
Già all’inizio dell’estate, le voci insistenti si sono trasformate in un’inchiesta della procura, di cui è titolare il pm Rossella Poggioli, che, dopo la denuncia di due studentesse, segnalata dalla direttrice della scuola stessa, ha iscritto Serretti nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato è utilizzo e induzione all’uso di droga. Sul resto delle accuse, come i presunti favoritismi in cambio di sesso, non ci sono riscontri penalmente rilevanti. Ma i mormorii contro il luminare della psichiatria – 47 anni, marchigiano di Senigallia e laureato alla Cattolica di Roma, un passato al San Raffaele di Milano, oltre 340 pubblicazioni scientifiche all’attivo – non si sono fermati allo sfogo di due “escluse”.
Oltre alla prima denuncia, a ottobre è arrivato infatti alla magistratura un esposto firmato da 25 specializzandi (sui 32 totali), girato ai magistrati direttamente dal rettore Ivano Dionigi. Un atto dovuto, quello del capo dell’Alma Mater: “Tutti i pubblici ufficiali, medici compresi, in presenza di fatti che potrebbero essere penalmente rilevanti hanno l’obbligo di informare immediatamente la procura, per non rispondere del reato di omissione di atti di ufficio”, ha spiegato sin dal primo momento il procuratore aggiunto Valter Giovannini.
Nonostante l’indagine, per ora Serretti rimane al suo posto di lavoro: “Se gli addebiti ipotizzati in capo al docente dovessero essere accertati dalla magistratura – ha detto il rettore – la cosa sarebbe gravissima e inaccettabile e l’università ne trarrà le debite conseguenze”. I carabinieri intanto hanno iniziato a sentire tutti i 25 denuncianti. La procura si muove con cautela, decisa a tutelare prima di tutto gli allievi della scuola di specializzazione, dove il clima è tutt’altro che sereno. Contattato telefonicamente e via email dal Fatto per una replica, il professore Serretti per ora non ha risposto.
L’esposto dei 25 allievi contiene accuse pesantissime nei suoi confronti: “Durante una festa a casa sua, incitava gli specializzandi a bere molto alcol e criticava chi non beveva abbastanza”, si legge nel documento, pubblicato in parte sulle pagine del Corriere di Bologna. “Era inoltre solito palpeggiare specializzande o studentesse, alcune delle quali subivano perché troppo ubriache. È stato inoltre visto in presenza di studenti in possesso di droghe che consumava lui stesso o offriva insistentemente”.
di David Marceddu e Giulia Zaccariello
da Il Fatto Quotidiano del 30 novembre 2013