Simone Lodi (gruppo misto) è stato condannato dal tribunale per avere intascato una mazzetta da 4mila euro per facilitare una pratica edilizia. Le indagini partirono da una segnalazione di suo fratello
Consigliere del gruppo misto in comune a Ferrara, e prossimo candidato sindaco, è stato condannato a due anni per corruzione. Secondo il tribunale Simone Lodi intascò una mazzetta dietro la promessa di agevolare una praticata edilizia.
L’episodio venne portato all’attenzione dalla procura dallo stesso fratello di Lodi, Nicola. Fu lui a presentarsi dai carabinieri nell’ottobre del 2008 e confidare loro che un suo amico, Alessandro Rizzo, voleva pagare una mazzetta al consigliere in cambio di “una spintarella” per una pratica edilizia. La richiesta era di facilitare la concessione dell’edificabilità a un terreno agricolo. Il politico (che negli anni è passato dalla Dc alla Margherita ad An, quindi nel Pdl, poi in Fli, ultimamente vicino ad Azione Popolare di Silvano Moffa e ora alla guida di una nuova lista, Ferrara Futuro Insieme, che correrà alle prossime amministrative) non disse di no. All’inizio chiese diecimila euro poi, dopo una breve trattativa, si accontentò di intascarne quattromila.
Le indagini dei carabinieri partono dalle rivelazioni di Nicola Lodi – che riferisce le proprie conversazioni con l’amico e il contenuto delle telefonate che questo faceva a Simone – e proseguono con intercettazioni telefoniche e ambientali. Il giorno dello scambio, il 17 novembre 2008, i carabinieri in borghese si appostano a poche decine di metri dall’abitazione di Lodi e vedono l’intestatario del terreno entrare poco dopo essere stato in banca a prelevare i soldi.
Rizzo patteggiò la pena di quattro mesi. Lodi venne rinviato a giudizio, dopo che nel febbraio 2010 la pm Patrizia Castaldini aveva chiesto le misure cautelari dell’arresto, negate però dal gip e dal tribunale del riesame. Ora arriva il verdetto del giudice, ancora più pesante di quanto chiesto in sede di requisitoria dal pm, che si era limitata a un anno e mezzo.
Per incastrare Lodi è risultato fondamentale “l’esito eclatante dell’intercettazione” come ha spiegato in aula la pubblica accusa, ripercorrendo una conversazione tra Nicola Lodi e Rizzo, in cui questo si dichiarava soddisfatto di aver pagato la mazzetta. Una discussione che “contiene il senso di tutta la vicenda: il cittadino che si rivolge al personaggio che crede potente in cerca di un aiuto. Ed è sconvolgente la normalità con cui accetta la situazione”. Tanto che Rizzo raccontava all’amico della positiva conclusione del pagamento: “Io quello che dovevo fare l’ho fatto, poi spero che lui (Simone Lodi, ndr) faccia il suo dovere. Lo sai anche tu che per far girare le cose bisogna ungere. Al suo posto li avresti presi anche tu”.