Dopo 210 giorni dall'inizio del suo mandato come viceministro delle Infrastrutture, l'organismo presieduto da Giovanni Pitruzzella esprime il suo "verdetto". Ma il primo cittadino di Salerno può ancora guadagnare tempo ricorrendo al Tar (entro 60 giorni) o direttamente al presidente della Repubblica
“La carica di sindaco del Comune di Salerno, ricoperta dal sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ai trasporti Vincenzo De Luca è incompatibile”. Lo ha deliberato oggi l’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza, che su De Luca aveva aperto un procedimento nelle scorse settimane.
Stamani il provvedimento del presidente Giovanni Pitruzzella è stato pubblicato sul sito dell’Autority e inviato ai presidenti del Senato e della Camera e sarà notificato al sindaco e al consiglio comunale di Salerno. Entro 60 giorni dalla notifica De Luca potrà ricorrere al Tar del Lazio o produrre entro 120 giorni un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Nelle motivazioni l’Autority respinge la richiesta di proroga del termine di conclusione del procedimento presentata da De Luca due giorni fa “perché tardiva”. De Luca sosteneva infatti la necessità “di produrre documentazione integrativa”.
Per l’Agcm il giuramento prestato da de Luca il 3 maggio scorso come sottosegretario fa scattare l’incompatibilità, perché “i titolari di cariche governative non posso ricoprire la carica di sindaco in un comune con più di 5000 abitanti”. Al contrario, il sindaco del comune campano ha sempre sostenuto che il suo doppio ruolo era legittimo perché come viceministro non ha mai ricevuto le deleghe operative. Per De Luca è solo l’ultima cattiva notizia. Dopo i ripetuti guai del mastodontico Crescent, recentemente sequestrato dai magistrati, è di ieri infatti la rivelazione che il primo cittadino è indagato dalla procura di Salerno per corruzione.
Secondo i pm le spese di un comizio elettorale nel 2010 sarebbero state pagate da un imprenditore che aveva un affare immobiliare nel Comune. La vicenda risale al 2010 quando il sindaco si candidò a presidente della Regione Campania. Le spese per il comizio in piazza Plebiscito a Napoli sarebbero state pagate dall’imprenditore Giuseppe Amato. A fare da tramite l’imprenditore amico di Piero De Luca, Mario Del Mese, anche lui iscritto nel registro degli indagati.