Sono in tournée con il mio Riccardo III, in questi giorni siamo a Torino, città che da sempre ha su di me un effetto seducente, per la sua eleganza sobria: città Italiana con la più alta percentuale di librerie, musei all’avanguardia, un festival di cinema in crescita costante e moltissimo altro.
Mi trovavo oggi in una trattoria nel quartiere detto Quadrilatero Romano, pieno di piccoli negozi e locali multietnici, stavo mangiando degli agnolotti del Plin al sugo d’arrosto e nel locale veniva irradiato un disco di De Andrè… mi sono commosso sino alle lacrime; quel benessere totale, unito a quelle parole e quella voce, ha aperto una voragine malinconica profonda, un senso di abbandono e la riflessione che ne è scaturita è stata la seguente: la situazione di degrado civile e culturale, che buona parte della nostra classe politica ci regala quotidianamente è prodotta dal fatto che le menti illuminate ed illuminanti che hanno insegnato e fatto crescere questo paese nel passato sono definitivamente scomparse.
Il dramma che viviamo è come quello che accade in una classe di scuola quando il professore deve assentarsi e l’aula viene “conquistata” dai peggiori allievi, aggressivi, ottusi, che hanno la loro rivalsa sui più deboli, su quelli che tentano disperatamente di seguire le regole… io chiamo il bidello!