Siamo sommersi ogni giorno da notizie di guerra e spesso non ci accorgiamo delle piccole guerre che si combattono accanto a noi. Le affrontano ogni giorno uomini e donne nel nostro Paese per vedersi riconosciuti quei diritti civili di cui tanto si parla. Forse il modo migliore per capire quali siano i nostri diritti, è raccontarli attraverso le loro storie. Qualche volta, anche in modo ironico.
Il contratto notarile, per esempio, non contempla i diritti ereditari e quelli indisponibili come l’educazione e il mantenimento dei figli.
La definizione di “contratto” non piace a molti. Anche perché chi sceglie la convivenza, non lo fa per freddo calcolo contrattuale, ma per scegliere l’amore ogni giorno. Apoteosi ideologica? Forse. Ma se la forma è spesso sostanza…
Di sicuro, come sempre, c’è molta confusione riguardo all’argomento. Al supermercato ieri, ho assistito a una scenetta spassosa. Giovanna, la commessa del banco dei formaggi in procinto di servire Charlotte, la compagna francese dell’edicolante di fronte, la informava della novità:
– Hai letto la notizia sui contratti notarili, Charlotte? Finalmente anche in Italia ‘na possibilità di tutela per voi conviventi!
– Oui, enfin, protection du concubinage*!
A questo punto Giovanna si è tutta rianimata. – Ah! Col contratto notarile è prevista pure la tutela delle concubine? Ma allora devo ‘informa’ subito quella cretina de mi’ fija, che so’ otto anni che sta con quel mascalzone che dice che vo’ lascia’ la moglie e nun se decide mai…
– Eh bien, veramente…. – rispondeva pronta Charlotte, quando un annuncio dalla direzione convocava Giovanna a rapporto distogliendola dalla conversazione.
*Concubinage, in francese, si traduce con convivenza. In Italiano, concubinaggio è il mantenimento dell’amante da parte di un uomo sposato.