Un giovane su tre non considera l’Aids un rischio reale e ritiene che “non faccia più vittime”. Solo il 35% dei ragazzi e delle ragazze in Italia, nonostante sappiano perfettamente che la via di trasmissione principale è quella sessuale, usa abitualmente il preservativo e appena il 29% dichiara di aver fatto il test dell’Hiv.

Lo ha rilevato un sondaggio della Doxa su iniziativa della Cesvi in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids. L’ong lancia una campagna raccolta fondi, ‘Fermiamo l’Aids sul nascere’, per progetti nei paesi più colpiti dal virus; fino alle 21 del 1° dicembre sarà possibile inviare un sms solidale da 2 euro al 45503.

Inoltre, secondo il sondaggio (realizzato tra giovani di età fra i 16 e 34 anni), un giovane su 5 è a rischio perché non ne ha sentito parlare a scuola e solo raramente sui media. “Dove la malattia da sempre colpisce in maniera più drammatica l’attenzione non è calata e dove sono stati portati gli sforzi più grandi per l’accesso alle cure è possibile cogliere un dato positivo. Dal 2009 al 2012 il numero di nuove infezioni tra i bambini è diminuito del 40% grazie a servizi di informazione e distribuzione dei farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione madre-figlio del virus – dice Giangi Milesi, presidente Cesvi -. Nel solo Zimbabwe, con l’impegno di Cesvi, sono stati salvati oltre 3000 bambini, formati 2000 operatori sanitari e sottoposte a test quasi 90 mila donne. Tanto è stato fatto, ma è necessario continuare in questa direzione con le attività di prevenzione dell’Hiv dirette alle donne incinte, garantire la cura con i farmaci antiretrovirali, potenziare l’informazione e combattere la povertà”.

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