Il deputato del Pd, fresco di sfida tv con Cuperlo e il sindaco di Firenze, interviene all'Estragon. “Letta faccia la legge elettorale e quella di stabilità, poi si vada al voto in primavera”
“Letta faccia la legge elettorale e quella di stabilità, poi si vada al voto in primavera”. Pippo Civati arriva a Bologna dopo il confronto primarie Pd su Sky. L’incontro è fissato nel padiglione Estragon. Lo attendono in 1.500.
“Il vero sfidante di Renzi sono sempre stato io”, spiega il deputato lombardo, elegante abito grigio spinato e camicia azzurra. E ci crede fino in fondo, sfidando radicalmente lo stesso sindaco di Firenze. “Cosa ci si può aspettare da una persona che rilascia un’intervista a Repubblica e poi dopo mezza giornata la deve smentire? Dicono che D’Alema sta con Cuperlo, ma i dalemiani si sono trasformati in renziani: ma che fa Renzi, prima li voleva rottamare e ora li candida?”.
Sfida a tutto tondo, anche rispetto alla comunicazione ufficiale delle tv. Se Civati non va da Fazio, portiamo Fazio da Civati, dicono i fan bolognesi. Scrivania del conduttore di Che tempo che fa sul palco dell’Estragon, il candidato Pd ‘non invitato’ seduto sulla poltroncina degli ospiti, le domande rivolte da Fazio a Renzi e Cuperlo sullo schermo, e Civati che risponde ad una questione sulla Tav: “Sono stato a Piombino e Taranto in questi giorni, sono stato nei posti ‘sbagliati’ e ci tornerò, fuori dal palazzo, con tutto il gruppo dirigente, da segretario”.
Civati ricaccia la paura del flop primarie al mittente: “Dopo falchi e colombe, ci sono anche i gufi: io però sono convinto che l’8 dicembre saremo in 3 milioni a votare”. Ed è la Bologna patria dell’Ulivo – sul palco ad aprire la convention la sodale onorevole prodiana Sandra Zampa – che continua a essere il luogo fondamentale per arrivare un voto in più davanti a Renzi e Cuperlo: “Anche se chiuderò la campagna elettorale in Sardegna, conquistare l’Emilia Romagna è cruciale per governare il partito e il paese”.
Poi c’è tempo anche per una risposta al V day, la giornata del ‘vaffanculo’ genovese parte terza: “Noi non mandiamo a fanculo nessuno. Loro stanno finendo gli insulti e noi porteremo avanti le proposte concrete. E’ una sorta di passaggio di testimone. Il disagio sociale che i loro elettori esprimono deve avere risposte, ma la frase dei 5 Stelle dove dicono ‘non siamo né di destra, né di sinistra’ è una frase di destra, la più di destra mai pronunciata”.
La convention civatiana Estragon, 16.929 euro di spese, tweet aggiornati in diretta e scrivania sul palco modello Leopolda, è comunque smaccatamente giovane e propositiva: pochissime le facce note, molte quelle di giovani amministratori locali (“sono loro che diventeranno gruppo dirigente con me segretario”) ragazzi e ragazze che hanno portato avanti battaglie politiche atipiche. Ci sono l’assessore alla Sanità e sport di Bologna, Luca Rizzo Nervo, parte della giunta Merola passata da bersaniana a renziana nel tempo di un’estate; ma anche figure come Mirko Tutino, assessore provinciale all’ambiente di Reggio Emilia. Dice: “Non parliamo d’ambiente se poi un’amministrazione Pd fa una variante al piano regolatore se chiesto da una cooperativa”.
Referendum sull’acqua bene comune, No Tav, matrimoni gay, ambientalismo spinto, solidarietà sociale come costellazione valoriale e perfino un rifacimento video di Matrix con pillola azzurra che ti fa tornare indietro nel tempo, alle larghe intese e all’omofobia, e dall’altra la pillola rossa che apre al futuro: “Le giovani generazioni della sinistra tornino ad avere l’orgoglio di sé. Dal ventennio si esce con i ventenni, perché le culture che stanno alle nostre spalle sono fallite”, spiega sul palco l’ex direttore di raiNews24, Corradino Mineo, ora deputato Pd, “la Dc di Aldo Moro non c’è più ma è rimasta la peggior pratica dorotea; del Pci non è rimasto più il discorso contro la corruzione di Berlinguer ma è rimasto il fallimento della mancata scelta di Rodotà e Prodi come guida condivisa della nazione”.
“Torniamo a parlare il linguaggio del coraggio e della passione”, chiosa Civati dal palco durante il comizio finale, “sto cercando il telefono di Ligabue per convincerlo ad andare a votare alle primarie Pd e gli dirò che dall’8 dicembre 2013 questo partito, parafrasando un suo celebre brano, non passerà più ‘una vita a mediare’ con Buttiglione e la Binetti. Mi vedrete ancora all’Estragon ma non mi vedrete mai al Meeting di CL a Rimini”.