Cinque persone arrestate in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, per usura, corruzione, violenza privata e intestazione fraudolenta di beni. Un’operazione che ha portato all’arresto anche di un poliziotto accusato di concussione e corruzione. Fondamentali per la squadra mobile di Catanzaro, che ha condotto le indagini, le dichiarazioni rese dal testimone di giustizia Pietro Di Costa di Tropea, un imprenditore titolare di un istituto di vigilanza che ha denunciato l’usura subita da personaggi legati alla cosca Mancuso. Il politiziotto arrestato, Stefano Mercadante, nel 2008 avrebbe costretto il testimone di giustizia a rimettere una querela nei confronti del responsabile di un altro Istituto di vigilanza. “Mi hanno distrutto e tagliato le gambe”, dice Di Costa ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “Non solo la ‘ndrangheta, che gestisce il territorio, ma – aggiunge – anche le istutuzioni. Ci sono uomini corrotti affiliati alla mafia. Delle mie denunce venivano informati i mafiosi” di Lucio Musolino
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