Gli italiani all’estero potranno votare online per le primarie del Pd, ma dovranno possedere un telefonino con numero straniero e sborsare quattro euro anziché due. Queste le regole diffuse ieri per esprimere il proprio voto online fuori dall’Italia.
Siccome sul punto occorre registrare il brutto e dannoso errore giornalistico del sito Repubblica.it, che indica si possa votare online dal 2 al 6 dicembre (e non è vero, occorre registrarsi al voto dal 2 al 6 dicembre, si potrà votare solo dalla mezzanotte fra il 7 e l’8 dicembre alle 20.00 dell’8 dicembre, ora di Roma), ho pensato di riassumere qui le informazioni che molti vanno cercando su Google.
Prima però permettetemi di far notare che la possibilità di un voto online dall’estero è un grande servizio che il Centrosinistra mette a disposizione dei sempre più numerosi italiani all’estero. Lo aveva già fatto nel 2012, e dietro richiesta di uno dei candidati (Civati, appoggiato poi anche da Renzi) ha reso nuovamente possibile questa eventualità per le primarie del 2013. La note negativa è il raddoppio del gettone per il voto online, che francamente si poteva e doveva evitare. Anche il requisito del telefonino è un di più: ci sono italiani all’estero che hanno scelto di avere solo la linea telefonica di casa, perché in alcuni Paesi, come il Canada, i cellulari sono molto più dispendiosi che in Italia e impongono di pagare anche quando si riceve una chiamata.
Chi può votare online:
Non tutti, come si legge dalla pagina del sito apposito messo online ieri dal Pd, tutto sommato chiaro e ben fatto. Occorre anzitutto trovarsi all’estero: “Possono partecipare al voto gli elettori registrati all’Aire che alla data del 8 dicembre 2013 abbiano compiuto 16 anni di età e tutti i cittadini italiani residenti o temporaneamente all’estero per motivi di studio e di lavoro, i militari in missione, il personale del corpo diplomatico e consolare, gli studenti erasmus, i ricercatori universitari all’estero che sottoscrivono il pubblico appello in sostegno del Partito Democratico.” La registrazione all’Aire non sembra essere un requisito facilmente controllabile e inoltre non è necessaria per chi si trovi “temporanemente all’estero”. Gli italiani residenti in Italia che si trovano in Italia, lo ricordo, possono votare solo in uno dei seggi fisici presenti in tutti i Comuni dello Stivale. Per trovare il vostro comune, e l’indirizzo del vostro seggio, potete cercarlo qui.
Quali documenti si devono presentare per essere ammessi al voto elettronico:
Lo dice questa pagina del sito: “[…] Gli unici requisiti richiesti sono un indirizzo email valido, un cellulare (sono esclusi i cellulari con prefisso italiano) in grado di ricevere SMS dall’Italia, un’immagine di un tuo documento di riconoscimento e l’immagine del tesserino di lavoro o di studio o altro documento che attesti le ragioni della tua temporanea presenza all’estero. Il cellulare verrà utilizzato durante la fase di voto per accedere al sistema attraverso l’invio di un pin di accesso all’urna telematica.“
Quando si vota online:
Occorrerà aver ricevuto l’autorizzazione al voto e un codice sul proprio cellulare. A quel punto ci si dovrà collegare nuovamente al sito VotoEsteroPrimariePD2013.it l’8 dicembre, ma attenzione al vostro fuso orario, gli orari di apertura e chiusura seggi sono stabiliti sull’ora di Roma: “Potranno votare i soli elettori che si saranno registrati entro le ore 20:00 di venerdì 6 dicembre 2013 e hanno ricevuto l’autorizzazione al voto e il pin. La procedura di voto sarà aperta dalle ore 00.00 (ora italiana) di domenica 8 dicembre alle ore 20.00 (ora italiana) di domenica 8 dicembre.“
Dalle prime reazioni, sembra che ci siano difficoltà a pagare i 4 euro tramite carta di credito straniera. Il problema pare però superato utilizzando il sistema PayPal.
In generale, questo voto online dall’estero sembra essere organizzato in modo serio per consentire la più alta partecipazione al voto insieme a un rigoroso controllo del diritto al voto del corpo elettorale. Si spera che in un prossimo futuro anche lo Stato italiano si attrezzi per consentire ai tanti italiani che si trovano stabilmente o temporaneamente all’estero di poter votare elettronicamente, almeno per le elezioni europee e politiche.