Parte dalla Camera del Lavoro di Bologna l’appello unitario di Cgil, Cisl e Uil, insieme ad Anpi, Arci, Libera, e Comitati Dossetti, per invitare Pd, Sel e Movimento 5 Stelle a non votare in Parlamento la deroga dell’articolo 138 della Costituzione, voluta dall’attuale maggioranza di governo, nella sessione di voto prevista in Aula per il 10 dicembre 2013. “Vogliamo rimettere insieme quella maggioranza che nel 2006 batté con un referendum il cambiamento che voleva attuare il centrodestra e che qui in Emilia Romagna ebbe le sue prime prove di unità”, spiega Alessandro Boldini, presidente dell’associazione Salviamo la Costituzione di Bologna, “l’invito è rivolto ai parlamentari dell’Emilia Romagna di questi tre partiti, se gli altri si accodano ben vengano”.
“Molte forze politiche ricevono credito nell’opinione pubblica trovando un rimedio a questa crisi economica e politica, che oggettivamente esiste, dando la colpa alla Costituzione”, continua Boldini, “ma qui siamo di fronte ad una deroga voluta dal famigerato gruppo di ‘saggi’ che trasformerebbe l’assetto parlamentare della nostra Repubblica in uno presidenziale o semipresidenziale. Per questo noi proponiamo alcune modifiche istituzionali attraverso quell’articolo 138 che si vorrebbe usare come grimaldello per distruggere il testo costituzionale”.
La proposta del comitato è quella di rendere più efficiente la vita dell’ordinamento statale italiano proprio attraverso le modalità previste dall’articolo 138, messo sotto tiro dal gruppo di saggi nominati dal presidente Napolitano, rimanendo entro le prerogative della Costituzione: superare il bicameralismo paritario trasformando il Senato in una Camera rappresentativa delle Regioni, così si manterrebbe l’equilibrio istituzionale previsto dai padri costituenti e oltretutto si ridurrebbe il numero dei parlamentari.
“Come vedete dalla proposta che facciamo non siamo qui a difendere in modo statico la Costituzione”, sottolinea il direttore dell’istituto storico Parri di Bologna, “le trasformazioni radicali o la riscrittura degli assetti costituzionali sono avvenute nel novecento di fronte a fatti storici enormi ed eclatanti come guerre, dittature e decolonizzazioni che sono state un bagno di sangue. Rafforzare in ogni modo l’esecutivo a scapito del parlamentarismo è un errore per l’Italia. Perfino Calamandrei e Dossetti entrarono in assemblea costituente da convinti presidenzialisti per poi uscirne convinti parlamentaristi”.
La ritrovata unità delle sigle sindacali cittadine, nonché di quelle associative, dopo che per il referendum sui finanziamenti pubblici alle scuole private di Bologna metà Cgil non seguì la posizione di Cisl e Uil, avverrà lunedì 9 dicembre 2013 alla Sala Farnese in Piazza Maggiore a Bologna, quando il Pd avrà un nuovo segretario che con molta probabilità sarà una personalità forte come Matteo Renzi: “Renzi o non Renzi il nostro appello è comunque trasversale”, chiosa Danilo Gruppi, segretario generale Cgil di Bologna, “questa riforma che si andrà a votare è malvagia e pericolosa, è illusorio per il Pd come per altre forze politiche uscire dalla crisi con cambiamenti autoritari”.