Il vignettista scrive al premio Nobel per chiedere spiegazioni sulla sua partecipazione al 3° V Day del Movimento 5 Stelle. In particolare non gli sono piaciute alcune espressioni pronunciate da Beppe Grillo: "Brutte parole 'vincere e vinceremo'"
“Che cosa ci facevi su quel palco?”. Il vignettista Vauro ha deciso di scrivere una lettera aperta al premio Nobel Dario Fo per chiedere spiegazioni sulla sua partecipazione al 3° V Day del Movimento 5 Stelle. A far discutere, secondo l’autore, sarebbero le frasi pronunciate da Beppe Grillo che ricordano le parole di Mussolini. “‘Dobbiamo vincere e vinceremo‘. Che brutte parole. Sì, certo, c’era anche la parola ‘rivoluzione’ che ti piace e piace anche a me. Però non è rivoluzione strillare che tutti sono morti, cadaveri. E se lo è non mi piace”.
Vauro commenta la giornata di Genova, quando sul palco si è esibito anche Dario Fo per un lungo monologo, ed esprime le sue perplessità. “Non mi piacciono i portatori di verità assolute ed indiscutibili”, continua nella lettera, “non mi piace chi non ha dubbi e non mi piacciono nemmeno le piazze quando non sanno che ripetere le parole del capo. Ecco sì, le parole del capo. Condivido rabbia e sdegno ma non posso condividere parole macabre e di macabra memoria. Tu credo mi possa comprendere perché sai meglio di me quanto le parole siano anche contenuto. Allora scusami Dario per quello che ti chiedo. Ti chiedo di scendere da quel palco Compagno Dario. Scendi per favore. Con l’affetto e la stima di sempre”.